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Azovstal e guerra finale: dal Cremlino smentiscono tutto. Attacco all'Ucraina: cambiano idea ogni giorno

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Un punto del conflitto tra Russia ed Ucraina. A farlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un incontro con la stampa, nel quale è stato prima di tutto sottolineato che non ci sono progressi nei negoziati tra Mosca e Kiev. Gli ucraini «cambiano posizione ogni giorno e da Kiev si sentono sempre più spesso dichiarazioni del genere», ha detto Peskov commentando le voci sui possibili piani di Kiev di ritirarsi dai colloqui. Il portavoce ha aggiunto che questo atteggiamento «non ispira fiducia che questo processo negoziale possa in qualche modo concludersi in modo produttivo».

 

 

Inoltre, sempre secondo Peskov, non vi è alcun assalto allo stabilimento metallurgico Azovstal a Mariupol. Si verificano «esacerbazioni» dei combattimenti dovute al fatto che «il nemico cerca di rientrare nelle postazioni di tiro, ma questi tentativi vengono repressi», ha affermato l’addetto stampa. «L’ordine di annullare l’assalto è stato pubblicamente impartito ai comandanti sul campo e quindi non c’è assalto. Vediamo dei momentanei aggravamenti della situazione legati al fatto che i militanti ucraini si recano alle postazioni di tiro. Questi tentativi vengono repressi molto rapidamente. Non c’è nient’altro da dire». L’ultima smentita, rispondendo alla domanda di un giornalista sulle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sulla chance di una dichiarazione di guerra della Russia all’Ucraina né di una mobilitazione generale il 9 maggio, è netta: «Non c’è nessuna possibilità. Questo è un nonsense».

 

 

Fonti dell’intelligence ucraina, rilanciate anche dai media di Mosca, hanno detto inoltre che sempre per il 9 maggio la Russia sta preparando una parata militare a Mariupol. Stando a quanto riportato dal quotidiano Ukrainska Pravda, secondo i servizi di sicurezza ucraini il porto sud-orientale sarebbe stato già visitato in questo senso dal vice capo del Gabinetto presidenziale, Sergei Kiriyenko, dall’attuale capo dell’autoproclamata repubblica separatista filo russa di Donetsk Denis Pushylin e anche dal giornalista Volodymyr Solovyov, noto per la sua presunta vicinanza col presidente Vladimir Putin. La situazione a Mariupol è stata al centro anche di un intervento del ministro della Difesa Sergei Shoigu. Secondo il dirigente le forze armate russe starebbero cercando di convincere i soldati ucraini bloccati dentro e nei pressi dell’acciaieria Azovstal della città da settimane ad arrendersi ma senza successo, almeno finora. Il ministro ha aggiunto che il perimetro di Azovstal sarebbe stato «sigillato in modo sicuro» dalle unità di Mosca, che nelle loro richieste si starebbero attenendo alle «norme del diritto internazionale» rispetto al «risparmio della vita e un trattamento dignitoso» per chi si dovesse arrendere. Il titolare della Difesa russa ha detto che Mariupol, snodo portuale centrale nel sud-est dell’Ucraina, «è sotto il controllo dell’esercito russo».

 

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