Guerra in Ucraina, il Generale Bertolini tira le orecchie a Zelensky sulla no fly zone
Se Putin non gode certo di numerosi estimatori nel nostro Paese, anche Zelensky, man mano che la guerra si protrae nel tempo, sta dilapidando sempre più i suoi consensi. La frecciata nei suoi confronti, stavolta, è stata lanciata da un esperto di guerra come il generale Marco Bertolini. Parlando ad Adnkronos, l’ex comandante del Covi (Comitato Operativo di Vertice Interforze), non ha avuto peli sulla lingua nel criticare la volontà del presidente ucraino in merito agli aiuti della Nato: “Zelensky non chiede più la no fly zone perché si è reso conto probabilmente che non c'è la volontà di concederla. Perché sarebbe un atto di guerra inequivocabile far partecipare delle forze armate della Nato o dei paesi membri della Nato nello spazio aereo ucraino”.
La strategia dell’alleanza atlantica necessita un ragionamento importante. Concedere aiuti al Paese aggredito è legittimo ma senza esagerare. Altrimenti, come sostiene Bertolini, il pericolo è quello di entrare a tutti gli effetti nella Terza Guerra Mondiale: “Sarebbe una dichiarazione di guerra e quindi è chiaro che la richiesta non può essere accettata e credo che Zelensky lo abbia capito”. Tuttavia, senza oltrepassare i limiti che potrebbero scatenare la reazione di Mosca, il generale condivide alcune tipologie di sostegno militare nei confronti dell’Ucraina: “Gli aiuti in armamenti di terra e sistemi antiaereo a terra rappresentano altrettanto un segnale di ostilità importante da parte dei Paesi della Nato ma con un impatto inferiore rispetto a quello di una presenza di aerei Nato che volano sopra l'Ucraina”.
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La situazione è più che mai complessa e delicata. All’orizzonte non sembra esserci una soluzione immediata del conflitto. Almeno finché non cominceranno le trattative di pace tra le due nazioni interessate. Uno scenario ancora lontano, dato che Putin e Zelensky non accennano nemmeno un tentativo di dialogo costruttivo. O tutto o niente non può essere il metodo, serve trovare un compromesso. Perché, intanto, stanno rimettendo la propria esistenza civili e soldati in guerra per conto di altri.