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Stati Uniti, la Corte Suprema voterà per abolire diritto all'aborto

Christian Campigli
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L'aborto potrebbe non essere più un diritto. E non all'interno di un Paese islamico, dove vige la Sharia, o in una sanguinaria dittatura africana. La scelta, che, potenzialmente, potrebbe cancellare decenni di lotte femministe, di diritti sociali che parevano certi e consolidati, verrà presa nella più grande democrazia occidentale. La Corte suprema degli Stati Uniti intende, infatti, votare per annullare la legge del 1973, che garantisce ad ogni donna di decidere autonomamente sulla propria gravidanza. L'indiscrezione è stata resa nota dal giornale online “Politico” che ha ottenuto, in esclusiva, una bozza redatta dal giudice Samuel Alito sul parere della maggioranza dei saggi. Una posizione, quella della difesa senza se e senza ma della vita, che al contrario viene considerata “eccellente” dai conservatori cattolici. Un documento in cui si danno giudizi netti e perentori: si tratta di un ripudio “totale e fermo” della sentenza del 1973. “Riteniamo che Roe e Casey debba essere annullata”, si legge nella bozza intitolata “Parere della Corte”. Poche parole, che non lasciano molto all'immaginazione. “È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell'aborto ai rappresentanti eletti del popolo”.

 

 

 

 

 

La bozza è stata redatta a febbraio, riferiscono fonti primarie interpellate da “Politico”. I quattro giudici nominati dai repubblicani - Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett - hanno votato con Alito, anche lui scelto dal presidente George W. Bush, nel 2005, per abolire il diritto all'aborto. Dall'altra parte del muro, alto e invalicabile, i tre togati democratici Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan, che stanno lavorando ad una contro-bozza per non modificare lo status quo. Uno degli aspetti più controversi ma al tempo stesso decisivi dell'intera vicenda è la posizione del presidente della Corte Suprema John Roberts. Non va dimenticato che quest'ultimo, nonostante sia considerato dalla stampa a stelle e strisce un moderato, è pur sempre stato nominato da Bush nel 2006.

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