Guerra in Ucraina, preso il primo sospettato del massacro di Bucha. Missili su Odessa
Nella città portuale di Mariupol l’evacuazione dei civili procede lentamente mentre un nuovo attacco missilistico ha colpito la città di Odessa. Più di 100 persone, tra cui donne anziane e madri con bambini piccoli, hanno lasciato l’acciaieria Azovstal e sono partiti su autobus e ambulanze per la città di Zaporizhzhia, controllata dall’Ucraina. Il vice sindaco di Mariupol Sergei Orlov ha detto alla Bbc che gli sfollati non arriveranno a destinazione in poche ore come sperato. Alcuni di loro sarebbero stati portati in un villaggio controllato dai separatisti sostenuti da Mosca. L’esercito russo ha affermato che un gruppo ha scelto di rimanere nelle aree separatiste, mentre altri sono partiti per il territorio controllato dall’Ucraina.
Secondo Denys Shleha, comandante della 12esima Brigata operativa della guardia nazionale ucraina, nell’acciaieria, ultima roccaforte dei combattenti ucraini nella città portuale, ci sarebbero circa 200 civili, inclusi 20 bambini. «Non appena l’evacuazione dei civili è stata completata domenica, Mosca ha iniziato ad attaccare con tutti i tipi di armi. La notte è stata agitata», ha riferito Shleha, sottolineando che all’interno del complesso ci sono anche circa 500 militari feriti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito che l’evacuazione da Azovstal riguarda solo i civili e non i soldati feriti in quanto le Nazioni Unite, con l’assistenza delle quali è in corso la missione, non si assumono tale responsabilità. Secondo l’esercito ucraino, le forze russe hanno intensificato l’offensiva in direzione di Sloviansk, un’importante città nella regione di Donetsk.
Mentre nella regione di Odessa, i missili di Mosca hanno colpito, per la terza volta in pochi giorni, un ponte strategico sull’estuario del Dnestr, e un edificio religioso. Secondo il Comune di Odessa, l’attacco avrebbe causato morti e feriti. L’Onu ha riferito che dall’inizio della guerra sono morti oltre 3mila civili e sono oltre 5,5 milioni i rifugiati che hanno lasciato il Paese. La procura generale ucraina ha parlato di 219 bambini uccisi e 405 feriti.
Kiev ha anche identificato il primo sospettato nel massacro di Bucha. Si tratta del comandante di un’unità della Guardia nazionale russa Sergey Kolotsey, che è stato accusato di aver ucciso quattro uomini disarmati il 18 marzo e torturato un altro civile il 29 marzo. Sul fronte diplomatico continua il ritorno delle ambasciate a Kiev. Quella ungherese ha ripreso a funzionare mentre quella svedese riaprirà mercoledì. L’incaricata d’affari Usa, Kristina Kvien, che si è recata in giornata a Leopoli, ha annunciato il ritorno della rappresentanza Usa a Kiev entro fine maggio, se la situazione lo permetterà. È attualmente in corso di valutazione anche una visita del presidente Usa Joe Biden a Kiev. Secondo il presidente della Commissione Intelligence della Camera, Adam Schiff, «è solo questione di tempo». Jill Biden trascorrerà invece la festa della mamma, l’8 maggio, incontrando madri e bambini ucraini fuggiti dalla guerra per salvarsi la vita.
L’incontro si svolgerà in Slovacchia, uno dei due Paesi dell’Europa orientale, insieme alla Romania, che la first lady intende visitare durante un viaggio di cinque giorni che inizierà giovedì. In Russia, invece, il presidente russo Vladimir Putin starebbe valutando di far sfilare 500 prigionieri ucraini nella parata del 9 maggio, in cui Mosca celebra la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale, secondo l’ong Gulag.net. La mossa mira a dimostrare il «potere e la superiorità» delle forze armate russe sulle forze armate dell’Ucraina, spiega l’ong, riferendo poi che Putin starebbe pensando alla creazione di un nuovo Tribunale di Norimberga per «processare i nazisti». Mosca ha puntato il dito anche contro i capi di Stato che forniscono armi all’Ucraina. «Devono essere ritenuti responsabili come criminali di guerra», ha affermato il presidente della Duma di Stato Vyacheslav Volodin.