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Crisi in Ucraina, Vladimir Putin dichiara la guerra totale

Angela Barbieri
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Vladimir Putin potrebbe abbandonare la definizione «operazione speciale» e dichiarare una «guerra totale» all’Ucraina in occasione della parata nazionale del 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra la vittoria della seconda guerra mondiale sui nazisti. A ritenerlo sono funzionari russi e occidentali, che secondo quanto riportano i media britannici credono che per il Cremlino si tratterebbe di un tentativo di «rivincita» per i fallimenti russi in Ucraina. Una notizia che fa il paio con l’annuncio di Kiev secondo cui la Russia sta potenziando le sue truppe nell’est del Paese, nel Donbass, per intensificare l’offensiva. Mentre secondo gli Usa nell’est la resistenza delle forze ucraine sta rallentando l’avanzata russa. La dichiarazione di guerra totale permetterebbe anche a Putin di proclamare la legge marziale, chiedere maggiore aiuto militare agli alleati e avviare la mobilitazione militare di massa.

In una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso di «rafforzare il sostegno» a Kiev «in armi di difesa e in aiuti umanitari», esprimendo preoccupazione per la situazione di Mariupol. Kiev accusa la Russia di rubare grandi quantità di grano nei territori occupati: diverse tonnellate, secondo il vice ministro dell’Agricoltura ucraino Taras Vysotsky, sarebbero state rubate nelle regioni di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk. La Russia ha intanto assicurato che ritiene che i rischi di una guerra nucleare andrebbero mantenuti al minimo e che qualunque conflitto armato fra potenze nucleari vada evitato.

«La Russia si attiene in modo rigido a questo principio», ha dichiarato il capo del ministero degli Esteri russo per la non proliferazione nucleare, Vladimir Yermakov, intervistato dall’agenzia di stampa russa Tass. Mosca ha anche fatto sapere di avere deciso di lasciare la Stazione spaziale internazionale (Iss), una decisione per la quale punta il dito contro le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina: «La decisione è già stata presa, non siamo obbligati a parlarne in pubblico» ma Iss «conformemente ai nostri obblighi avvertiremo i nostri partner con un anno di anticipo della fine del nostro lavoro sulla Iss», ha detto il direttore generale del programma spaziale russo Roscosmos, Dmitry Rogozin, in un’intervista alla tv di Stato russa.

Intanto, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha avuto una conversazione telefonica con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel corso del quale quest’ultimo ha aggiornato il capo di Stato sui suoi incontri di questa settimana sia con Putin che con Zelensky. Non bisogna scordare che, proprio quando si trovava a Kiev, la Russia ha bombardato la capitale ucraina. Un chiaro messaggio - secondo molti osservatori internazionali - che Mosca non ha alcuna intenzione di aprire le porte a un vero negoziato. Nel corso della telefonata, Erdogan ha detto che la Turchia è pronta a sostenere il lavoro guidato dall’Onu sia sulle evacuazioni che sugli aiuti umanitari, aggiungendo che continuerà a incoraggiare sia l’Ucraina sia la Russia ad agire per la riconciliazione e per perseguire la pace.

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