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Il retroscena che poteva cambiare la guerra: ad un passo l'assassinio di Volodymyr Zelensky

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Le truppe russe furono vicine a prendere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la sua famiglia nelle prime ore della guerra, scoppiata il 24 febbraio. Lo racconta il giornalista del Time, Simon Shuster, che ad aprile ha potuto osservare da vicino il leader ucraino ed il suo staff al lavoro avendo trascorso due settimane nel complesso presidenziale in Bankova Street, a Kiev. Come riferisce il reportage del giornalista, nelle prime concitate ore del conflitto, forze speciali russe furono paracadutate nel quartiere della capitale che ospita il complesso della presidenza per uccidere o catturare Zelensky e la sua famiglia. 

 

 

Dall’interno dell’ufficio del presidente, si legge sul lungo articolo pubblicato dal magazine americano con il titolo ‘Dentro il mondo di Zelensky’, si sentivano i colpi d’arma da fuoco. Ben presto, prosegue il Time, divenne chiaro che gli uffici presidenziali non erano il posto più sicuro dove stare. Mentre le truppe ucraine combattevano i russi nelle strade circostanti, la guardia presidenziale cercò di sigillare il complesso con tutto ciò che riuscì a trovare. Un cancello all’ingresso posteriore venne bloccato con un ammasso di transenne della polizia e assi di compensato, più simile a un cumulo di rottami di una discarica che a una fortificazione. 

 

 

«Prima di quella notte, avevamo visto cose del genere solo nei film», ha affermato il capo di gabinetto, Andriy Yermak. Pochissimi all’interno del complesso presidenziale sapevano maneggiare armi. Uno era Oleksiy Arestovych, un veterano dei servizi segreti militari ucraini e ora consigliere di Zelensky. «Era un manicomio assoluto», ha dichiarato, sostenendo che i russi abbiano tentato due volte di prendere d’assalto il complesso ed entrambe le volte Zelensky, sua moglie ed i figli si trovavano lì. Se il presidente dovesse essere ucciso, la catena di successione in Ucraina prevede che a prendere il comando sia il presidente del Parlamento. Ma Ruslan Stefanchuk, che ricopre l’incarico, si era recato anche lui in Bankova Street la mattina dell’invasione piuttosto che trovare un riparo alternativo. Il Time ricorda inoltre che la maggior parte dei collaboratori di Zelensky "è stata lanciata in questa esperienza senza reale preparazione", visto che "molti di loro, come lo stesso Zelensky, provenivamo dal mondo della recitazione e dello show business e altri erano noti in Ucraina come blogger e giornalisti prima della guerra".

 

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