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Sergej Lavrov accusa la Nato: “Usano l'Ucraina come strumento contro la Russia”. La liberazione dall'oppressione

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Una doppia intervista che fa ben capire lo stato d’animo all’interno della Russia. A parlare è Sergej Lavrov, ministro degli Esteri della Russia, che in un'intervista al canale televisivo Al-Arabia ha detto che “non ci consideriamo in guerra con la Nato, perché questo sarebbe un passo che aumenterebbe i rischi di una guerra nucleare, che non può essere consentita. La Russia non usa mai mercenari. Posso assicurarvi che i siriani hanno le loro preoccupazioni, non si preoccupano dell’Ucraina”.

 

 

Lavrov, tra le più alte cariche della federazione guidata da Vladimir Putin, ha parlato anche all’agenzia di Stato cinese Xinhua: “I negoziati non stanno andando bene. Ma vanno comunque avanti, in video conferenza, con cadenza quotidiana. L’agenda include la questione della denazificazione, del riconoscimento di nuove realtà territoriali, lo stop alle sanzioni contro la Russia. Fino ad ora nulla di fatto, ma noi siamo favorevoli alla loro continuazione. Se Kiev smetterà di farsi consigliare da fuori, e incomincerà a pensare ai propri interessi, potrebbe esserci un esito positivo”.

 

 

Il dito è puntato in particolare contro la Nato e l’Occidente, che rallentano il processo di pace: “Gli Usa e i suoi alleati stanno usando l’Ucraina come uno strumento per contenere la Russia e il suo sviluppo economico. Prima del 24 febbraio, stavano forzando Kiev a fare una scelta falsa e artificiale, o stare con l’Occidente oppure con Mosca. Negli ultimi anni, l’Occidente non ha fatto nulla per fermare il conflitto interno ucraino, ma anzi ha gonfiato il regime di Kiev con armi, addestramenti ed equipaggiamenti, e si è fatto carico dell’indirizzo politico ucraino, incoraggiando l’aggressività antirussa delle autorità di Kiev. In queste condizioni, la Russia non aveva altra scelta che lanciare l’Operazione militare speciale. Ma esprimendo supporto per il regime di Kiev, i paesi della Nato stanno facendo di tutto per impedire il raggiungimento di un accordo politico. Prima l’Occidente - avverte Lavrov - prenderà coscienza delle nuove realtà geopolitiche, meglio sarà per lui e per la comunità internazionale. La nostra Operazione militare speciale contribuisce al processo di liberazione del nuovo mondo dall’oppressione neocoloniale dell’occidente, pesantemente intrisa di razzismo e complesso di superiorità”.

 

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