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Nervi tesi tra Israele e Russia: imbufaliti per il cambio di posizione sull'Ucraina. Il messaggio preoccupante

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Su un canale Telegram vicino al Cremlino sono stati pubblicati i nomi e i numeri di passaporto di israeliani, tra cui diplomatici, accusati di essere «mercenari» al soldo delle forze ucraine. Lo ha riferito il giornalista israeliano Yossi Melman, sottolineando che i 10 diplomatici presenti nella lista sono stati impegnati alla frontiera tra Ucraina e Polonia per aiutare a rimpatriare gli israeliani all’inizio del conflitto. Per il reporter, Mosca ha voluto inviare un messaggio allo Stato ebraico, adirata per il recente cambio di politica nei confronti dell’invasione. All’inizio del conflitto, Israele si è distinto per l’equilibrismo, tentando di presentarsi come mediatore in nome dei buoni rapporti che intrattiene sia con la Russia che con l’Ucraina, forte anche delle ampie comunità ebraiche che vivono in entrambi i Paesi. 

 

 

A pesare anche le questioni di sicurezza: con il Cremlino, lo Stato ebraico ha un coordinamento in Siria, dove le forze israeliane compiono raid aerei regolarmente, avvertendo Mosca in modo da non incorrere in incidenti con le forze russe presenti nel Paese vicino. Più di recente però lo Stato ebraico ha cominciato ad assumere una posizione più marcata, prima con il voto a favore della sospensione della Russia dal Consiglio dei Diritti Umani all’Onu e due settimane fa ancora più chiaramente con l’annuncio da parte del ministro della Difesa Benny Gantz del prossimo invio di equipaggiamenti difensivi (caschi e giubotti anti-proiettili) alle organizzazioni civili e ai soccorritori ucraini. 

 

 

Pronta la levata di scudi di Mosca che ha moltiplicato gli attacchi alle autorità israeliane, così come le espressioni di solidarietà ai palestinesi nelle recenti violenze avvenute a Gerusalemme. Non ultimo, due giorni fa Mosca ha condannato con forza il raid aereo israeliano alla periferia di Damasco, nel quale sono morti 4 soldati siriani.

 

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