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Guerra Ucraina Russia, spuntano le armi segrete russe. Ecco i killer robot di Putin: "Mai visti"

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Cristiano Camera
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«Se le parole di Putin siano un bluff oppure la verità, questo lo conosce soltanto la sua mente». E alla domanda «cosa il presidente russo intenda minacciando l'uso di armi mai viste», Fabrizio Battistelli, sociologo presidente dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (Iriad), risponde all'Adnkronos avanzando tre possibilità: quella «che si tratti di un bluff, tecnica in cui Putin è abile, oppure potrebbe essere l'ennesimo rinvio a armi nucleari tattiche, che potrebbero essere esplose in zone non abitate come prova di forza» o che pensi a una terza via, «quella annunciata nel 2018, quando fece riferimento a armi senza paragone e rivoluzionarie nel mondo, che la Russia, quattro anni fa, sarebbe stata in grado di produrre. Ma qui siamo a un ulteriore livello dell'escalation, che è anche verbale, con la minaccia di usarle. In questo caso si potrebbe trattare di armi innovative».

Personalmente, afferma, «non ritengo che la Russia supererebbe la linea rossa rappresentata da armi palesemente proibite e gli impegni presi anche sulle nucleari. Se dovesse effettivamente trattarsi di "armi mai viste", c'è da chiedersi se si tratti di dispositivi "autonomi", come quelli che la Russia e gli Usa hanno allo studio. Dispositivi senza il controllo umano, noti giornalisticamente come "killer robot", con una capacità di intelligenza artificiale in grado di individuare il bersaglio e decidere autonomamente di fare fuoco».

Se queste armi fossero disponibili e se la Russia le adoperasse, spiega Battistelli, «sarebbe qualcosa di sconvolgente, qualcosa che attualmente non risulta praticabile in nessun laboratorio di nessuna superpotenza al mondo. Il pericolo è dovuto al fatto che una simile arma non è normata, mentre quelle atomiche hanno delle forme di limitazione nel loro uso, ad esempio la vigenza degli accordi New Start sottoscritti da Russia e Usa. Sarebbero armi convenzionali, non atomiche, ma rappresenterebbero un salto di qualità disastrosamente distruttivo perché chiamano in causa addirittura la responsabilità non più umana ma affidata alle macchine. Su queste armi non c'è una legislazione e i tentativi che vengono fatti a Ginevra, di portare le potenze che stanno facendo ricerche avanzate di questo tipo a sottoscrivere accordi sulla limitazione, nonostante qualche retorico invito da parte della Cina, fra l'altro essa stessa sta praticando queste sperimentazioni, non sono stati accettati né dai Russi e né dagli americani».

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