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"Pronto a incontrare Putin", Zelensky tiene aperta la porta. Ma Lavrov minaccia: l'Occidente non si aspetti la nostra resa

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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto di essere ancora pronto a incontrare il presidente russo Vladimir Putin nonostante le atrocità russe. Il leader ucraino ha detto che è pronto all'incontro perché in Russia "un solo uomo decide tutto" ma il rischio che i negoziati con Mosca falliscano è alto.  "Dopo Bucha e Mariupol, le persone vogliono solo ucciderli. E quando c'è un tale atteggiamento, è difficile parlare di qualsiasi cosa", ha detto Zelensky ai media polacchi. Ma "se c'è una sola possibilità, dovremmo parlare".

Intanto da Mosca fanno sapere che "la Russia non si considera in guerra con la Nato. È quanto ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, in un’intervista all’emittente Al-Arabiya, aggiungendo che un’eventualità del genere aumenterebbe il rischio di una guerra nucleare, che non può essere consentita. "Noi non ci consideriamo in guerra con la Nato" ma "purtroppo la Nato, sembra, si considera in guerra con la Russia", ha dichiarato Lavrov.

"I leader della Nato e dell’Unione europea, molti dei quali in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Polonia, Francia, Germania e, naturalmente, il capo della diplomazia dell’Unione europea Josep Borrell, dicono senza mezzi termini, pubblicamente e costantemente: ’Putin deve fallire, la Russia deve essere sconfitta'. Quando usi questa terminologia, credo che pensi di essere in guerra con la persona che vuoi che venga sconfitta", ha detto ancora 
Lavrov. 

"Non è la Russia a giocare con le parole ’guerra nucleare'", ma è stato Zelensky a dire a gennaio che "l’Ucraina ha commesso un errore quando ha rinunciato al suo status nucleare. E poi ha detto che l’Ucraina dovrebbe pensare all’acquisizione di armi nucleari", ha dichiarato il ministro degli Esteri russo.

Intanto infiamma in conflitto nella fascia sud-est del Paese. Nell’ospedale da campo dell’acciaieria Azovstal di Mariupol ci sono ancora oltre 600 feriti. Lo afferma il sindaco Vadym Boychenko, citato dal Kyiv Independent, secondo cui le truppe russe continuano a usare armi pesanti, sganciando bombe aeree. ’Prima di bombardare l’ospedale, il numero dei feriti era di 170, ora oltre 600. Le forze russe hanno ucciso più di 20.000 personee', ha detto Boychenko, aggiungendo che questo indica non solo crimini di guerra ma genocidio.  All’acciaieria Azovstal ’siamo oltre la catastrofe umanitaria', ha detto alla Cnn il maggiore Serhiy Volyna, comandante della 36esima brigata che guida le forze ucraine asserragliate. ’Ci sono centinaia di persone nei rifugi - aggiunge -, fra questi 60 bambini, il più piccolo ha quattro mesi. Abbiamo poca acqua e pochissimo cibo'. Ma la strada per una risoluzione del conflitto sembra sempre più lunga ogni giorno che passa. 

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