L'Aria che Tira, Francesco Borgonovo scagiona il Battaglione Azov: “Mandati a morire dagli Usa”
Si danno troppe colpe al Battaglione Azov e poche a chi c’è veramente dietro la creazione di questo reggimento e a chi lo difende senza pudore. A parlare nel corso della puntata del 29 aprile de L’Aria che Tira, talk show mattutino di La7 condotto da Myrta Merlino, è Francesco Borgonovo, vice-direttore de La Verità: “Sul Battaglione Azov è stato detto di tutto e di più. Il punto non sono loro, che hanno il diritto di avere le idee che preferiscono rischiando di morire per la Patria in maniera atroce, sono destinati ad essere ricordati come eroi, ma non siamo ipocriti! Non facciamo finta di vedere i loro simboli, quando c'è da rischiare la pelle ci vanno spesso e volentieri quelli che esibiscono questi simboli, perché sono pronti a morire per la loro Patria. Quelli che vedono il patriottismo come fumo negli occhi, come da noi, difficilmente vanno a morire per la Patria. L’ipocrisia è tutta nostra, non nel reggimento Azov”.
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“L’ipocrisia - sottolinea Borgonovo sui comunicatori italiani - è di chi vedeva nazisti nella Lega e in altri movimenti e si scandalizzava. Vi ricordate tutti gli articoli fatti sui tatuaggi di Luca Traini per dire che i leghisti erano nazisti? Adesso improvvisamente la svastica diventa un antico simbolo paneuropeo. Cosa vera, nel senso che è un antico simbolo, ma se l’apologia della svastica l’avesse fatta un militante di estrema destra italiano sarebbe stato trattato diversamente. L’ipocrisia è tutta nostra”.
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Borgonovo, che chiede alla Merlino di finire il discorso, ha ben chiari i responsabili di questa situazione che coinvolge Russia ed Ucraina: “Noi ci stupiamo che ora siano in queste condizioni, immagino che negli ultimi due mesi siano usciti dall’acciaieria Azovstal, anche se ora sono asserragliati dentro. Però che sarebbe finita così era abbastanza scritto. Gli ucraini dovrebbero rivolgersi ai signori statunitensi e a quelli europei che continuano a spingere i loro mariti a morire e non vanno loro a morire. Noi ci stupiamo e facciamo finta di non vedere gli 8 anni di guerra, ma bisognerebbe chiedere come mai questi movimenti si sono creati lì e come mai per questi anni l’Ucraina è stato il paese più povero d’Europa e il più povero fra gli ex paesi sovietici. E quali oligarchi ucraini, compresi quelli che stanno dietro a Volodymyr Zelensky l’hanno ridotto in questa maniera. La colpa - conclude il giornalista - non è di Azov che va a combattere, ma di chi ha ridotto così l’Ucraina e ancora oggi continua a far morire le persone”.