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Vladimir Putin detta le sue condizioni e minaccia il mondo: “Crimea e Donbass o niente pace”

Andrea Capello
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Anche davanti al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, il presidente russo Vladimir Putin tira dritto per la sua strada. Senza un accordo «sulla Crimea e sul Donbass» l'offensiva di Mosca, va avanti. Un'ora di incontro al termine della quale il leader del Cremlino spiega che la Russia, «come Paese fondatore», sostiene il ruolo delle Nazioni Unite ma, nei fatti, non cambia posizione. Putin ribadisce di non avere niente a che fare con il massacro di Bucha. «Sappiamo chi ha messo in scena la provocazione», dichiara. E in merito a Mariupol «la situazione è tragica, ma i combattimenti sono finiti». Putin, inoltre, spiega a Guterres di essere disponibile a «mostrare le condizioni dei prigionieri ucraini». Giunto a Mosca con approccio «pragmatico» Guterres prova a ottenere risultati almeno dal punto di vista dei corridoi umanitari spiegando che le Nazioni Unite sono pronte a fare da «garante» nell'evacuazione dei civili da Mariupol. Il segretario generale conferma la posizione di «sostegno al dialogo» da parte dell'organizzazione ma allo stesso tempo dichiara senza giri di parole che quella effettuata da Mosca in Ucraina è «un'invasione del territorio» davanti alla quale la comunità internazionale è «profondamente preoccupata».

 

 

Se nella visita di Guterres a Mosca i toni, pur restando fermi, non trascendono dalla diplomazia si fa invece rovente la polemica fra la Russia e il Regno Unito. A scatenarla il viceministro della Difesa di Londra, James Heappey, secondo cui «è assolutamente legittimo» che l'Ucraina compia attacchi in Russia per tagliare i rifornimenti alle truppe di Mosca. Pronta la risposta del ministero degli Esteri russo secondo cui «seguendo questa logica» sarebbe legittimo «attaccare obiettivi militari sul territorio di quei paesi Nato che forniscono armi al regime di Kiev». Ancora più netta la reazione del ministero della Difesa di Mosca. Se la Russia sarà attaccata «con armi occidentali» partiranno subito «operazioni proporzionali di rappresaglia» che potrebbero colpire «centri decisionali ucraini a Kiev dove si trovano consiglieri occidentali», viene spiegato. Intanto nella base di Ramstein in Germania gli Alleati si riuniscono per fare il punto sul rifornimento delle armi a Kiev. «Le prossime settimane saranno cruciali, dobbiamo muoverci alla velocità della guerra», argomenta il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin.

 

 

«L'Ucraina ha bisogno oggi del nostro aiuto per vincere», dice ancora spiegando che l'Occidente è pronto a «spostare mari e monti» per sostenere le esigenze di sicurezza di Kiev. Sul terreno infine a finire sotto pesanti attacchi è stata Zaporizhia con i missili russi che sono volati «a bassa quota» sopra la centrale nucleare. Resta alta l'attenzione pure attorno a Chernobyl, tornata in mano alle forze ucraine. Sul posto si è recato capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi. Al momento i livelli di radiazione sul posto sono normali ma la situazione è stata «molto, molto pericolosa».

 

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