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L'Aria che Tira. “Volodymyr Zelensky ancora vivo e libero”. Il generale Fioravanti e la debacle di Vladimir Putin

Valentina Bertoli
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A “L’Aria che Tira”, programma quotidiano della mattina di LA7, il Generale Maurizio Fioravanti chiarisce le tattiche di guerra delle unità militari russe: “Radono al suolo le città e i villaggi nel momento in cui non ci sono più infrastrutture che danno la possibilità all’avversario di difendersi, è terribile”. Dopo che il leader della Cecenia Ramzan Kadyrov ha annunciato la presa della città costiera Mariupol e Kiev ha smentito, il conduttore Francesco Magnani ha interrogato i suoi ospiti per fare il punto della situazione nella puntata del 22 aprile: “Nei giorni scorsi avevamo letto di uno stallo nell’avanzata verso il Donbass. Ora il piano sembra cambiato”.  A chiarire la strategia delle forze russe è stato il Generale Fioravanti: “Sì, c’è stato un ripensamento nell’organizzazione del dispositivo di guerra. I russi hanno spostato le unità da nord e da nord-est. Alcune sono state mandate nelle retrovie. Quelle nuove e attive, invece, sono state inviate nella parte sud e sud-est del Paese”.

 

 

Magnani, perspicace, ha dunque posto il quesito giusto: “Se è vero che è iniziata questa pioggia di bombe anche sulle zone abitate, significa che questa fase del terrore è propedeutica ad un’occupazione militare delle truppe sul campo. È corretto?”. “È la vecchia operatività espressa dall’Unione Sovietica prima e dalla Russia poi in tutti i teatri di guerra: radono al suolo le città e i villaggi nel momento in cui non ci sono più strutture che danno la possibilità all’avversario di difendersi. È terribile” ha dichiarato senza remore il Generale. 

 

 

Il conduttore è allora tornato sul caso Mariupol, città martire del conflitto: “L’abbiamo visto anche a Mariupol: il 98 per cento degli edifici sono stati rasi al suolo. Voglio farvi vedere un video che ha circolato sui social e che è agghiacciante. Siamo ai bordi dell’acciaieria Azovstal e i miliziani ceceni gridano ‘Allah akbar’". Dopo aver mostrato in studio la videoclip che ha fatto il giro del mondo, Magnani ha chiesto diretto: “Cosa significa questo ricorso massiccio ai mercenari stranieri?” “Direi che possiamo definirla una 'débâcle' (una sconfitta) della Federazione russa, visto che non è andata come Putin sperava. Zelensky non è stato né arrestato né eliminato. Non è stata un’operazione speciale” ha tuonato Fioravanti.

 

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