Soldati russi mandati a morire a Chernobyl. "Un anno di vita", l'analisi choc dei medici
Un anno di vita. Questo rimane ai soldati russi che hanno presidiato per tre settimane la centrale nucleare di Chernobyl, presa all'inizio della guerra tra Russia e Ucraina e poi tornata nella disponibilità di Kiev. I soldati di leva sarebbero stati mandati allo sbaraglio in zone ad alta concentrazione di particelle nocive, radiazioni, toccando a mani nude materiale contaminato. Avrebbero anche scavato trincee nella terra piena di scorie. Un suicidio.
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I soldati esposti, molti dei quali giovani militari di leva che non sapevano nulla dei riusci che correvano, sono destinati "a morte sicura nel giro di un anno", affermano esperti medici in sabee a un reportage della Cnn che ha rivelato le condizioni reali in cui per tre settimane il contingente russo ha operato a Chernobyl, la centrale atomica del disastro del 1986.
L'emittente americana afferma che all'interno dei locali il contatore Geiger suona "impazzito", ma anche fuori nella Foresta Rossa, l'area più contaminata al mondo, dove i militari hanno operato. "Sono andati ovunque, portando polvere radioattiva sui loro corpi e attraverso le scarpe" dice il personale ucraino, tornato al controllo del sito dismesso. Erano a mani nude e hanno mangiato in contenitori che, riporta il network, facevano rilevare "livelli di radiazione 50 volte superiori agli standard".