Armi Nato all'Ucraina, "rischiate guerra Usa-Russia". Le parole di fuoco dell'ambasciatore Antonov
"Gli Stati occidentali sono direttamente coinvolti negli eventi attuali, poiché continuano a rifornire l'Ucraina di armi e munizioni, incoraggiando così un ulteriore spargimento di sangue". L'ambasciatore della Federazione Russa negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, avverte l'Occidente e in un'intervista a "Newsweek" lancia accuse che sanno quasi di ultimatum. In Ucraina l'esercito di Mosca ha serie difficoltà, abbandonata l'idea iniziale di prendersi la capitale Kiev l'offensiva pesantissima è scattata nel Donbass dove, ieri, alla stazione di Kramatorsk decine di civili in attesa di evacuazione sono saltati in aria per l'esplosione di un missile.
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Nel quinto pacchetto di sanzioni contro Vladimir Putin - con l'ok degli Stati dell'Unione europea - la Nato ha annunciato che fornirà nuovi armi all'Ucrania che dopo quasi 50 giorni di guerra continua una stoica resistenza contro la potenza russa. Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, è riuscito a uscire dal paese e recarsi in persona alla riunione dei ministri degli Esteri del Consiglio Nato a Bruxelles, e raccogliere l'impegno degli alleati della Nato di inviare più armi per respingere l'aggressore russo, compresi sistemi complessi e armi pesanti. Senza distinzione tra armi difensive e offensive. Perché le truppe di Kiev stanno esercitando il loro diritto all'auto-difesa, previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, e quindi "questa distinzione non ha alcun significato", ha rimarcato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. Il governo di Kiev non mette in dubbio che arriveranno i supporti militari necessari, il problema è quando, perché i tempi sono fondamentali per pianificare la controffensiva e respingere l'aggressore, ha sottolineato Kuleba al Consiglio Nato.
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"Avvertiamo che tali azioni sono pericolose e provocatorie in quanto sono dirette contro il nostro stato - ha aggiunto Antonov -. Possono portare gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla strada del confronto militare diretto. Qualsiasi fornitura di armi ed equipaggiamento militare dall'Occidente, effettuata da convogli di trasporto attraverso il territorio dell'Ucraina, è un obiettivo militare legittimo per le nostre Forze Armate".
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La tensione è dunque alle stelle per il pacchetto di sanzioni anti-Russia già approvato. Anche se il punto rimane sempre il blocco del gas, un miraggio a cui l'Ue non è pronta, mentre lunedì i ministri degli Esteri inizieranno a discutere al Consiglio Ue della messa al bando del petrolio russo. Una misura che invece proprio oggi ha ricevuto l'ok del Congresso Usa, un paese che può fare a meno dell'energia russa.
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Una forte spinta politica, seppur non vincolante, è arrivata dal Parlamento europeo, con l'approvazione ad ampia maggioranza (513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni) di una risoluzione in cui si chiede ai leader Ue di escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali, come l'Unhrc, l'Interpol, l'Organizzazione mondiale del commercio, l'Unesco, di togliere tutte le banche russe dal sistema Swift e, soprattutto, di adottare ulteriori misure, tra cui più armi a Kiev e un embargo totale e immediato sulle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas. Stop che 413 eurodeputati - che hanno votato un emendamento al testo in tal senso - vorrebbero fosse immediato. Una prospettiva irrealistica da realizzarsi allo stato attuale nell'Ue.