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Tagadà, strage di Kramatorsk colpa della Russia. Andrea Margelletti senza esitazioni: sappiamo l'origine del missile

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Colpa della Russia. L'attacco alla stazione di Kramatorsk ha portato ad uno scambio reciproco di accuse tra Mosca e Kiev su chi sia il vero responsabile degli almeno 50 morti nella città ucraina, ma il professor Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali, non ha alcun dubbio su chi sia stato a lanciare il missile devastante. L’esperto è ospite della puntata dell’8 aprile di Tagadà, talk show di La7 condotto da Alessio Orsingher, e snocciola così la sua analisi: “Non c’è un botta e risposta sulle responsabilità, si sa esattamente da dove è partito il missile. La Nato, con i satelliti e le attività di ricognizione, sa esattamente da dove è partito il missile. Il missile dovrebbe essere partito dalla zona di Izjum, che è la zona controllata dai russi. Game, set, match e partita chiusa. Per capire bene la situazione dico che i missili Tochka-U sono in dotazione sia all’esercito russo che ucraino, i missili di tipo Iskander sono in dotazione esclusivamente all’esercito russo. I russi potrebbero anche cercare di utilizzare un Tochka per cercare di dare la responsabilità agli ucraini. Ma il punto non è il missile, il punto è che la Nato ha un’assoluta certezza da dove è partito il missile, ha la traccia balistica, lo si vede con i satelliti e con altri sistemi di intelligence presenti nell’area, lo si sa. Il missile dovrebbe essere molto, molto, molto verosimilmente partito dall’area di Izjum, che è sotto il controllo dei russi”

 

 

“Dopo Kramatorsk e Bucha i soldati ucraini si vendicheranno sui russi e sui prigionieri che conquisteranno. Si sapeva - continua poi Margelletti - esattamente il tipo di obiettivo che si andava a colpire, non ci sono ambiguità. Questi tipi di missili hanno un’alta precisione. È molto probabile che ci sia una scelta di tipo ampio, se si vuole imbarbarire il rapporto si arriva alla situazione che se sono tutti ladri nessuno è ladro. Il livello di rabbia e furore deve superare l’umanità. In questo contesto, i russi non vogliono trattare, Volodymyr Zelensky cerca una pace onorevole, Vladimir Putin cerca la vittoria”.

 

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