Tagadà, i russi vogliono punire gli ucraini per la resistenza. Il prof. Parsi: vedremo altre Bucha, guerra barbara
Siamo all’inizio di una guerra che vedrà immagini ancora peggiori rispetto a quelle di Bucha? L’interrogativo è posto a Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni Internazionali presso l'Università Cattolica di Milano, nel corso dell’edizione del 6 aprile di Tagadà, talk show di La7 condotto da Alessio Orsingher. Il politologo commenta così i massacri dell'esercito russo in Ucraina: “Temo che vedremo molte altre scene come quelle di Bucha. A mano a mano che i russi si ritirano emergono le modalità barbare con cui i russi stanno conducendo questa guerra. È una guerra condotta con modalità punitive, le forze armate russe non sono solo frustrate dalle perdite che stanno subendo e dalle difficoltà a conseguire gli obiettivi tattici, ma vogliono punire gli ucraini per aver osato resistere, è un input che parte dall’alto. È il messaggio che Vladimir Putin vuole dare a tutti i futuri possibili target ‘guardate che cosa vi aspetta’, terrorizza tutti”.
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A che tipo di rischi ci espone avere un Putin così nell’angolo? È l’altro interrogativo per il professore: “Il rischio più grande è la paura. Chi vuole terrorizzare vuole infondere paura, se noi ci facciamo spaventare lo facciamo vincere sulla pelle di questi innocenti”.
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Si passa poi all’argomento dei negoziati e delle trattative, di cui ormai non si sente neanche più parlare dopo il faccia a faccia di Istanbul: “Credo che in realtà, al di là di alcune occasioni, non siamo mai stati veramente vicini ad alcuna trattativa. Lo dico con rammarico. Non perdo la speranza per colpa delle pessime notizie e non vado in overdose di ottimismo quando ci sono news interessanti. C’è stata soltanto qualche occasione di propaganda delle due parti, ognuno ha cercato di vendersi. Questo non vuol dire - sottolinea Parsi - che non si stia perseguendo una possibilità di incontro, ma non illudiamoci. L’idea che ha in mente Putin è la ratifica di quello che sta cercando di ottenere con la forza. Gli ucraina, a maggior ragione dopo tutta questa resistenza, non è che non vogliono trattare, ma non vogliono avere come risultato di parlare sotto il tallone di Putin”.