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Il sociologo anti-Putin e la verità traumatica: sostegno e gradimento senza precedenti. E cresce ancora

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Tante volte dall’Occidente hanno invocato i cittadini russi a ribellarsi per le mosse di Vladimir Putin, ma la realtà è ben diversa. A tracciare un quadro della situazione è Alexey Levinson, direttore del dipartimento socioculturale del Levada Center, ultimo istituto demoscopico indipendente in Russia. Levinson è accusato dagli uomini del Cremlino di essere un “agente straniero” in patria e perciò viene mal visto e considerato un uomo anti-Mosca. Questa la sua analisi al Corriere della Sera: “Putin gode di un gradimento che ha pochi precedenti. L’83% dei russi ne sostiene l’operato. Più di oggi, è stato popolare solo nel 2014, dopo l’annessione della Crimea, lo sosteneva il 91%. Ma il suo consenso crescerà ancora, ci sono gli indicatori”

 

 

“Il 53% delle persone in Russia - continua Levinson - sostiene ‘decisamente’ la guerra in Ucraina, il 28% ‘abbastanza’; per il 43% la guerra serve a ‘proteggere i russi delle repubbliche autonome’, per il 25% è una ‘guerra di difesa’, per il 21% ‘combatte il nazionalismo’. I sondaggisti non usano la parola ‘guerra’, vietata per legge, ma i russi sanno ormai benissimo che se ne combatte una. Le sanzioni sono iniziate nel 2014, e non hanno mai spostato l’opinione di un singolo russo. Non c’è mai stato più del 15-20% degli intervistati che hanno ipotizzato fossero giuste, figuriamoci utili. E questo prima della guerra”. “Ora le persone che ne subiscono le conseguenze si sentono ancora più vicine al governo” chiosa il sociologo anti-Putin. 

 

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