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Mezz'ora in Più, “si sopravvive, non si vive”. Il vicesindaco di Mariupol loda il Battaglione Azov: grandi patrioti

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Sergey Orlov, vicesindaco di Mariupol, una delle città simbolo (purtroppo) della guerra in Ucraina è ospite della puntata del 3 aprile di Mezz’ora in Più, programma di Rai3 condotto da Lucia Annunziata. La giornalista chiede all’intervistato di raccontare qual è la situazione della sua città: “Eravamo 535.000 abitanti, adesso calcoliamo che ne siano rimasti circa 150.000 i cittadini ancora rimasti a Mariupol, gli altri hanno avuto altre possibilità di lasciare la città. Dall’inizio della guerra siamo riusciti a far evacuare circa 150.000 persone, mentre 40.000 persone sono stati deportate in Russia e nella Repubblica del Donetsk dalle forze russe. La Russia ha distrutto Mariupol, la città è fatta soltanto di rovine, il 90% degli edifici è distrutto e danneggiato. Come si vive? Sappiamo che a Mariupol non si vive, si sopravvive, non c’è viva, si cerca di sopravvivere in tutti i modi possibili. I nostri concittadini vivono nei bunker e nei rifugi sottoterra per non essere ammazzati dai bombardamenti, dai missili, fanno il loro meglio per trovare qualcosa da mangiare, avere un po’ d’acqua da bere e avere un po’ di aiuti sanitari, perché non c’è accesso a nessun tipo di generi alimentari e umanitari, o di convogli che potrebbero arrivare nella nostra città. C’è un blocco totale delle truppe russe, non ci consentono di uscire, stiamo morendo di fame. Stiamo provando a evacuare da 20 giorni, non siamo stati in grado di evacuare la gente con i corridoi umanitari, nemmeno oggi il tentativo della Croce rossa è riuscito, la Russia non lo consente. Ci sono battaglie per le strade continuamente, si combatte nel centro città, non ci permettono nemmeno di seppellire le persone fuori dalla città, li seppelliamo in fosse comuni nei giardini di casa”.

 

 

La Annunziata chiede conto ad Orlov della presenza a Mariupol del Battaglione Azov, formato da soldati neonazisti: “La città è difesa dall’esercito ucraino e dalla guardia nazionale e della guardia nazionale fa parte anche il Battaglione Azov, che per noi sono grandi patrioti, amano l’Ucraina così come l’esercito, sono pronti a morire per il Paese, il resto è propaganda russa perché temono i combattenti del battaglione d’Azov, hanno paura, sono capaci di combattere fino all’ultimo proiettile, fino alla fine. Stanno difendendo la città ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, insieme all’esercito ucraino”.

 

 

Sul tavolo dei negoziati di pace c’è anche la posizione di Mariupol, ma il vicesindaco annuncia che non si farà alcun passo indietro: “La posizione del governo ucraino e del nostro leader, il presidente Zelensky, è una ed è che non possiamo scambiare il nostro territorio e la nostra terra. I negoziati possono riguardare soltanto una posizione precedente alla guerra, quindi i confini ritornano al 23 febbraio e si cominciano i negoziati con quei confini lì. Vi assicuro che non ci sarà altra posizione nei negoziati da parte dell’Ucraina, ne sono assolutamente sicuro. Mariupol era, è e sarà una città ucraina, che si svilupperà soltanto in un’Ucraina libera e democratica”. Prima di chiudere il collegamento c'è una piccola gaffe dell'Annunziata, che chiede conto ad Orlov di sua moglie e dei suoi figli che si sono rifugiati in Italia. Il politico ucraino però smentisce e si chiude quindi l'intervista con qualche secondo di gelo, prima di un amaro "buona continuazione" dell'Annunziata.

 

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