servizi e intrighi
L’ex 007 Marco Mancini svela: Italia a rischio e in grossa difficoltà. L’agente segreto fa tremare sulla minaccia russa
“Penso che il lavoro dei servizi segreti sia alla base della resistenza ucraina”. A parlare con piena conoscenza sull’argomento in questione è l’ex 007 Marco Mancini, già capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, oggi in pensione, ospite di Giovanni Minoli a ‘Il Mix delle Cinque’ su Rai Radio1. L’ex agente segreto dice la sua sulla guerra tra Russia ed Ucraina: “Si dice che i servizi segreti inglesi e americani hanno addestrato gli ucraini, e i risultati si vedono nella resistenza che sta mettendo l’esercito ucraino e che stanno mettendo i servizi segreti ucraini nel contrastare l’invasione russa”.
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“Ritengo che - prosegue Mancini - occorrerebbe controllare questa penetrazione, che ritengo possa essere vera o verosimile, di Hezbollah che sono partiti dalla Siria per andare a combattere al fianco dei russi, per svolgere una funzione molto importante, quella dei combattimenti urbani, dentro le città, cosa in cui i russi non sono molto preparati, invece gli Hezbollah, che hanno combattuto e combattono in Siria, sono molto preparati”. “Avere scoperto adesso che in Italia abbiamo gli antivirus russi, mi sembra un po’ in ritardo, comunque il Paese è sicuramente in grosse difficoltà. Siamo a rischio, l’importante è fare di tutto affinché si possano ridurre molto questi rischi”, ha detto ancora parlando per la prima volta pubblicamente da quando non è più al Dis.
“Sì, ho conosciuto Oleg Gordievskij”. Ha svelato l’ex 007 parlando della famosa spia russa che tradì il Kgb andando a servire gli inlgesi e svelando la rete dei servizi sovietici in mezzo mondo. “Non posso raccontare in quale occasione - ha aggiunto -, certe cose restano segrete, soprattutto in pensione”. Mancini si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “In pensione mi hanno mandato. Io ho perso il posto di lavoro e perdere il posto di lavoro a 60 anni non fa piacere a nessuno”. “Per quanto mi è stato riferito per iscritto dai miei superiori, non vi erano altre ragioni se non la sovraesposizione mediatica determinata dalla visibilità data da quell’incontro”, ha aggiunto Mancini quando Minoli gli ha rammentato che il sottosegretario Franco Gabrielli, ospite della stessa trasmissione, ha affermato che il pensionamento non è avvenuto per l’incontro avuto all’autogrill con l’ex premier Renzi. “Di tutti gli incontri che ho avuto - ha chiosato Mancini - erano a conoscenza il mio direttore generale e peraltro ero anche autorizzato per iscritto ad incontrare persone istituzionali”. Concludendo, Mancini ha ammesso che non se l’aspettava: “Sinceramente no, non me l’aspettavo”.