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Joe Biden scatena il Cremlino: "Putin non può restare al potere". Golpe imminente? Gli Usa costretti a precisare

Pietro De Leo
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Che il tema esista è un bene. Che, però, lo si evochi continuamente è un male e può provocare reazioni inconsulte o definitive sull’innalzamento del livello della guerra. E’ il “regime change”, o meglio, golpe per cacciare Vladimir Putin. Durante la settimana si sono succeduti rumors che dipingono settori dei servizi segreti pronti ad adoperarsi per rovesciare il tiranno. Oggi, parlando in Polonia, Joe Biden ha detto, riferendosi al presidente russo: “per l’amor di Dio, quest’uomo non può restare al potere”. Immediatamente, arriva la replica del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: chi guida la Russia, ha detto, “non deve essere deciso da Biden. Dovrebbe essere solo una scelta del popolo della Federazione russa”.

Precisazione della Casa Bianca: il presidente degli Stati Uniti “intendeva dire che Putin non può esercitare potere sui suoi vicini o sulla regione. Non ha messo in discussione il potere di Putin in Russia né il cambio di regime”. Una marcia indietro che si colloca in uno schema chiaro: Biden da un lato bastona Putin (oggi lo ha definito “macellaio” e lo ha accusato di aver “strangolato la democrazia” nel suo Paese), dall’altro carezza il popolo russo, “non siete voi i nostri nemici”. Si tratta di una linea spericolata, perché mette apertamente Putin all’angolo, posizione che può dar luogo a conseguenze di enorme gravità specie di fronte all’eventualità (anche questo è argomento più volte emerso nei rumors di intelligence negli scorsi giorni) che Putin non sia più nel pieno controllo di se stesso.

Tutto questo, peraltro, rende ancora più difficile il processo di pace, per quanto esista una questione sostanziale che riguarda il “dopo”, affrontata da James Forsyth sullo Spectator, settimanale dei conservatori inglesi (l’attuale primo ministro Boris Johnson ne è stato il direttore dal ’99 al 2005): “è difficile immaginare che le sanzioni alla Russia siano alleggerite mentre Putin è ancora al potere”. Escluse quelle sconsiderate sacche di consenso che il leader russo può ancora vantare in alcune frange dell’opinione pubblica occidentale, non esiste individuo affezionato all’idea piena di libertà e democrazia che non auspichi il rovesciamento del regime russo. Tuttavia, ai padroni del vapore dovrebbe esser chiaro che il golpe si fa ma non si dice.  

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