parole di fuoco
Le giornaliste ucraine brutalizzano i talk show italiani: “Inebriati della propaganda russa”. Il siluro a Lilli Gruber
A Iryna Matviyishyn non va proprio giù l’ultima puntata di Otto e mezzo. La giornalista ucraina, specializzata in diritti umani e copertura della guerra, ha usato parole di fuoco su Twitter per quanto detto nella puntata del 18 marzo del talk show di La7 che vede Lilli Gruber alla conduzione. In particolare la Matviyishyn ce l’ha per quanto detto da Jasmine Cristallo, una dei volti più noti del movimento delle sardine: “Non riesco a credere a quello che ho dovuto spiegare in diretta su un programma televisivo italiano. L'attivista politico ha detto ‘è sbagliato fornire armi all’Ucraina’, ‘sappiamo dei nazisti lì’, ‘che dire del diritto all’autodeterminazione’. Cosa diavolo dici? Non si tratta di libertà di parola, è soltanto la reiterazione della propaganda di Putin, e quindi guerrafondaia, non pacificatrice. L'argomento ‘troviamo soluzioni, parliamo’ non è solo ingenuo, è fatale per l'Ucraina, motivo per cui tanti civili sono già stati uccisi”.
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Ma il riferimento alla Cristallo va avanti: “Lei ha menzionato la Crimea e il Donbass come un esempio di autodeterminazione. Dobbiamo ancora ricordare che la Russia ha occupato questi territori? Se questo è un completo malinteso della situazione, perché qualcuno dovrebbe dare voce a un oratore del genere? La propaganda russa ha inebriato così tanto l’Europa… Se non riesci a identificare e comprendere il pericolo delle narrazioni pro-Cremlino, guarda ora all'Ucraina: morte e distruzione questo è il risultato finale di un linguaggio di ‘pacificazione’ in stile putiniano. Molti italiani sostengono l'Ucraina e ho ricevuto molti di questi messaggi dopo il dibattito in tv. Per quanto riguarda molti ucraini l'Italia è un paese caro, anche a me, ci ho studiato diritti umani e democrazia. Spero - l’ultimo di una lunga serie di messaggi su Twitter della Matviyishyn - che le persone lì non diano alcuna credibilità alle bugie del Cremlino che portano terrore e morte”.
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Olga Tokariuk, altra giornalista ucraina, ha rincarato la dose dopo la testimonianza della collega: “Quanto hai esposto è il motivo per cui non parlo più alla tv italiana. I produttori tv di questi teatrini mi hanno bombardato di messaggi in molti modi, invitandomi in studio e assicurandomi che non stavano facendo propaganda. Sono felice di aver rifiutato. Non voglio legittimare queste stro**ate con la mia presenza”. Chissà che cosa ne penserà la Gruber…