Che gaffe sull'Ucraina, Boris Johnson fa arrabbiare il suo partito. E dà a Putin dello "spacciatore di strada"
Vladimir Putin come uno "spacciatore di strada" e la droga che vende è il gas. Boris Johnson scatenato contro il rpesidnete russo e la guerra all'Ucraina. "La guerra di Putin ha lo scopo di causare danni economici all’Occidente e di procurare a lui benefici. Ora vuole indebolire la volontà collettiva di resistere spingendo in altro il costo della vita, colpendoci alla pompa di benzina e alla nostra bolletta del carburante, quindi dobbiamo rispondere", ha detto il primo ministro britannico nel suo intervento alla conferenza del partito conservatore a Blackpool, definendo poi Putin come un pusher che crea dipendenza dal petrolio e dal gas di Mosca.
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Ma mentre cerca di "spegnere" la libertà dell’Ucraina, Putin è "nel panico" per una possibile rivoluzione a Mosca, ha detto BJ che ha condannato "l’attacco barbarico sui civili innocenti", paragonando le azioni del governo russo a quelle dei nazisti. Una vittoria della Russia ci catapulterebbe in una "nuova epoca di intimidazione per tutta l’Europa dell’Est", ha incalzato il premier riferendosi in particolare a Moldova e Georgia: si tratterebbe di un "semaforo verde per i dittatori ovunque". Per Johnson inoltre è impossibile "normalizzare" le relazioni con il Cremlino.
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Ma il primo ministro nella sua retorica è scivolato in un paragone da molti giudicato inopportuno facendo un parallelo fra la voglia di libertà degli ucraini e il voto dei cittadini britannici a favore della Brexit. Fra i primi a criticare il premier britannico è stato un esponente del suo partito Conservatore, Lord Barwell, puntualizzando su Twitter che gli ucraini vogliono entrare nell’Ue. Jonson ha affermato che l’istinto del popolo britannico, "come quello dell’Ucraina, è di scegliere sempre la libertà. Quando il popolo britannico ha votato per la Brexit... era perché vuole essere libero di fare le cose in maniera differente e governarsi da solo". Ma Lord Barwell, che è stato capo dello staff della premier Theresa May, ha puntualizzato su Twitter che le cose non stanno proprio così. "A parte il fatto che votare in un referendum libero ed equo non è proprio la stessa cosa che rischiare la propria vita per difendere il proprio paese da un’invasione, c’è l’imbarazzante fatto che gli ucraini si battono per essere liberi di entrare nell’Ue", ha fatto notare.
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