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L'Aria che Tira, zuffa tra Francesco Borgonovo e Alan Friedman: “Gli Usa guadagnano dalla guerra”, “Propaganda russa”

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“Siamo davanti ad una guerra d’invasione spinta da motivazioni imperialiste, noi che siamo i baluardi delle libertà e delle democrazie dobbiamo non solo porci, ma anche saper rinunciare a qualche punto di Pil pur di non consentire questo disegno imperiale”. Nella puntata del 19 marzo de L’Aria che Tira, talk show di La7 condotto per l’occasione da Francesco Pancani al posto di Myrta Merlino, è ospite Alan Friedman e scattano le scintille con Francesco Borgonovo per le sue parole. Il vice-direttore de La Verità va in contrasto con il giornalista statunitense: “Friedman ha utilizzato proprio i termini precisi usati negli anni passati per giustificare gli interventi in Medio-Oriente da parte degli americani, seguendo una cattiva interpretazione dello scontro tra civiltà. Dobbiamo andare a distruggere, Putin è cattivo, è il male assoluto, è Hitler”. Interviene Friedman subito: “Un chiarimento. Qui c’è un autocrate, non tanti, c’è Putin che fa la guerra in Europa, non la chiamerei una guerra di civiltà, è l’invasione dell’Ucraina da parte di un dittatore e l’Europa si deve opporre”.

 

 

Borgonovo va avanti con la polemica: “È questa retorica proprio. Quando Friedman dice noi, ma noi chi. Gli Stati Uniti hanno da anni un’indipendenza energetica e ci spingono da anni ad utilizzare il gas liquefatto, ci spingono a separarci dalla Russia, non da oggi. Loro hanno tutto da guadagnare in questa guerra e ci stanno guadagnando, hanno messo in difficoltà l’Europa, la Germania, l’Italia, hanno spinto Putin da un altro lato del mondo. Poi però noi siamo in mezzo. Putin ha siglato nuovi contratto con Pakistan ed India, guardate pure i voti dell’Onu, c’è un intero mondo che non sta con questo fantomatico noi e stanno dall’altra parte. Si sta tentando di ridisegnare l’assetto globale, lasciando l’Europa in mezzo”. Friedman è piccato: “Sembra che lei stia facendo una difesa di Putin…”. Borgonovo alza i toni: “Io faccio una difesa dei nostri interessi nazionali, se il patriottismo va bene per gli ucraini va bene anche per noi. Prima di mandare armi per far morire altre persone e prima di parlare di no-fly zone e aumento del conflitto forse dovremmo domandarci che cosa stiamo facendo e qual è il nostro obiettivo…”.

 

 

Magnani prova a tirare in ballo un altro ospite, ma i due continuano a parlare uno sopra all’altro e Friedman chiede a gran voce la parola: “Permettimi di rispondere a Borgonovo. Come ti sentiresti se i russi bombardassero la Scala di Milano e gli altri paesi rifiutassero di dare armi all’Italia?”. La replica: “E come si sentirebbe se gli ucraini tirassero dei missili sulla fermata del bus come successo a Donetsk?”. Friedman se la ride e lo scontro si chiude: “Questa è propaganda russa”.

 

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