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Guerra Ucraina, il ministro russo Lavrov apre al compromesso: "Intesa vicina su neutralità e sicurezza"

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Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov riferisce che Mosca e Kiev sono "vicine" a un accordo sullo status neutrale dell'Ucraina e sulle garanzie di sicurezza, senza dare dettagli e lasciando il mondo con il fiato sospeso. Il ministro, fedelissimo di Vladimir Putin, parla in un'intervista a RBC e apre al compromesso. Lo “status neutrale” dell’Ucraina “viene discusso seriamente, chiaramente, insieme alle garanzie di sicurezza” dice il capo della diplomazia di Mosca secondo quanto riportato da Interfax. Per Lavrov “questo è esattamente ciò che ha affermato il presidente Putin in una conferenza stampa a febbraio”, cioè “qualsiasi garanzia di sicurezza reciprocamente accettabile per l’Ucraina e tutti i paesi, inclusa la Russia, ad eccezione dell’allargamento della Nato”. Il ministro degli esteri, in base a quanto riferisce l’agenzia russa, ha spiegato che di questo “si sta discutendo durante i negoziati” con “formulazioni specifiche” e, secondo Lavrov, “le parti sono vicine a un accordo su di esse”. Già ieri sul fronte dei colloqui gli ucraini parlavano di negoziati "più costruttivi" dicendosi "moderatamente ottimisti". 

Nel frattempo il presidente Usa Joe Biden vola in Europa per raggiungere gli alleati e fare il punto 'Vis a vis' sul conflitto in Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti arriverà nel vecchio continente il prossimo 24 marzo quando a Bruxelles parteciperà sia al Consiglio europeo che al vertice straordinario della Nato. Un viaggio dove, spiega la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, il presidente Usa "riaffermerà l'impegno ferreo nei confronti dei nostri alleati" e con loro discuterà "gli sforzi di deterrenza e difesa in corso in risposta all'attacco non provocato e ingiustificato della Russia all'Ucraina".

Sulla Nato prende la parola anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ammettendo di fatto che l'ingresso del suo paese nell'Alleanza non è all'ordine del giorno e nemmeno un argomento da poter affrontare nel prossimo futuro. "Bisogna ammettere che l'Ucraina non entrerà a far parte della Nato - spiega - per anni abbiamo sentito parlare di presunte porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci. Questo è vero e dobbiamo prenderne atto", aggiunge. Intanto in una Kiev martoriata dalle bombe e dove è stato imposto il coprifuoco fino alle 7 del 17 marzo, sono giunti i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia. "Questa guerra è il risultato del crudele tiranno che attacca civili vulnerabili, bombardando città e ospedali. Bisogna fermare quanto prima la tragedia che sta accadendo, ecco perché siamo a Kiev", scrive su facebook il capo del governo polacco Mateusz Morawiecki.

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