La Russia rischia il default tecnico ma accusa l'Occidente: “Abbiamo i fondi, organizzano una bancarotta artificiale”
La Russia ha i fondi necessari per rimborsare il suo debito pubblico: lo ha assicurato il ministro delle finanze russo Anton Siluanov. In una dichiarazione pubblicata dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti, il ministro delle finanze ha negato che Mosca non sia in grado di soddisfare i suoi obblighi di debito, dicendo che tali affermazioni «non sono vere». «Abbiamo la quantità di fondi necessaria per soddisfare i nostri obblighi. Il congelamento dei conti in valuta estera della Banca di Russia e del governo della Federazione Russa può essere visto solo come l’intenzione di alcuni paesi stranieri di organizzare una bancarotta artificiale» della Russia, ha insistito il ministro. Questo non ha «nessuna base economica reale», ha aggiunto.
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Siluanov ha poi fatto sapere che la Russia utilizzerà lo yuan per far fronte ai pagamenti esteri dopo le sanzioni occidentali che hanno bloccato l’accesso alle riserve in dollari ed euro. La situazione è tesa in vista del pagamento, mercoledì, delle cedole su due obbligazioni russe denominate in dollari. Se la richiesta del pagamento in valuta estera fosse respinta dalle banche occidentali il ministero potrebbe rimborsare l’importo dovuto in rubli. Dal punto di vista russo, sottolinea Siluanov, corrispondere un pagamento in rubli in luogo di utilizzare valuta estera non costituisce default, poiché il servizio del debito è comunque garantito. Il ministero ha approvato oggi una procedura temporanea al fine di onorare il debito in valuta estera.
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Davide Tentori, Research Fellow dell’Osservatorio Geoeconomia di Ispi, dice la sua sulla situazione economia di Mosca: «È un’invasione e un conflitto a cui, guardando in modo retrospettivo, la Russia dal punto di vista delle politiche economiche potrebbe essersi preparata di proposito negli scorsi anni. Il surplus nella bilancia dei pagamenti dovuti anche a un rialzo dei prezzi delle materie prime ha consentito alla Russia e al governo di Putin di aumentare in modo consistente le proprie riserve di valuta straniera. Tutto ciò affiancato a politiche fiscali abbastanza conservative, che hanno consentito di mantenere il rapporto debito/Pil a livelli piuttosto contenuti. E questo ha permesso alla Russia di potersi creare un cuscinetto fiscale finanziario per affrontare in maniera più solida la guerra, prevedendo che sarebbero state comminate delle sanzioni in risposta all’invasione dell’Ucraina. Cominciano a crescere in modo consistente le possibilità che la Russia vada in default tecnico, già in occasione delle scadenze sul proprio debito».