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Guerra in Ucraina, Biden annuncia le nuove sanzioni: stop import di caviale e vodka. Ma sulle armi chimiche non risponde

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Continua a stringersi la morsa delle sanzioni attorno alla Russia dall'Unione Europea e dagli Usa. Joe Biden in conferenza stampa dichiara che "il mondo libero si è unito contro Putin. Non faremo una guerra contro la Russia in Ucraina ma Putin pagherà a caro prezzo l'aggressione". Poi il presidente Usa annuncia le nuove misure contro Mosca: il bando su pesce, alcolici e diamanti, compresi il caviale e la vodka.

Nelle sue osservazioni, Biden ha affermato che gli Stati Uniti accoglieranno i rifugiati ucraini a "braccia aperte", promettendo di fornire ulteriore sostegno alla nazione assediata. Ha quindi promesso che gli Stati Uniti sono pronti a difendere "ogni singolo centimetro del territorio della Nato con tutta la forza di un'alleanza di sicurezza unita e galvanizzata".

Per Biden la guerra di Putin contro l'Ucraina "era già fallita". "Lui sperava di dominare l'Ucraina senza combattere. Ha fallito. Sperava di rompere la determinazione europea. Ha fallito. Sperava di indebolire l'alleanza transatlantica. Ha fallito. Sperava di dividere la democrazia americana, in termini di posizioni. Ha fallito".

Ma l'allarme resta altissimo ancora sul rischio di utilizzo di armi biologiche. La paura è che ora il presidente russo Vladimir Putin inasprisca l'offensiva utilizzandole, l'allarme è stato lanciato dalla Casa Bianca e ventilato anche dal premier britannico Boris Johnson.

Alla domanda di un giornalista durante la conferenza stampa alla Casa Bianca il presidente americano ribadisce solo che "se Mosca utilizzerà armi chimiche pagherà un alto prezzo" precisando di non voler divulgare informazioni di intelligence e interrompendo l'incontro con la stampa.

Putin ha ammesso che le sanzioni adottate contro Mosca stanno creando problemi ma, in una riunione di governo, ha promesso che il Paese li supererà. Il capo di Stato ha inoltre ventilato azioni decise contro le aziende straniere che hanno deciso di lasciare il Paese e ha avvertito l'Occidente di una possibile impennata dei prezzi sui generi alimentari qualora la pressione economica su Mosca dovesse continuare.

Gli Stati Uniti hanno anche revocato alla Russia lo status di “nazione favorita” negli scambi commerciali, mettendo di fatto fine a rapporti normali e aprendo a dazi pesanti sui prodotti Made in Russia.

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