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Aggrediti e non aggressori. A L'Aria che Tira Peter Gomez suona la sveglia agli occidentali dormienti

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Come mai la guerra in Ucraina sta avendo così tanto risalto rispetto a numerosi conflitti mondiali degli ultimi anni? A rispondere al quesito emerso nella puntata del 9 marzo de L’Aria che Tira, talk show di La7 condotto da Myrta Merlino, è Peter Gomez, direttore de la versione online de Il Fatto Quotidiano: “La novità di questa guerra è che noi la vediamo per la prima volta dalla parte degli aggrediti e non degli aggressori. Le nostre telecamere, le nostre testimonianze in genere sono sempre state dalla parte di chi aggrediva, non erano dalla parte di chi stava sotto le bombe, e questo ci colpisce molto. Io sto con l’Ucraina al 100% ovviamente, sono aggrediti. Il torto più grande è evidente, è quello di Vladimir Putin che aggredisce uno Stato democratico, ma si guarda al passato per sperare di imparare qualcosa rispetto al futuro. Lo sappiamo e speriamo tutti come finirà questa guerra. Ma se finisce la guerra in Ucraina sarà necessario ridisegnare una serie di confini, non dico un nuovo ordine mondiale ma… Putin dice che si è sentito circondato dalla Nato, non importa se a torto o ragione, guardiamo ciò che dicono i russi, gli aggressori. Perché poi la pace va fatta con ghi fa la guerra, c’è poco da fare, dobbiamo capire che cosa ci dicono loro. Ci dicono cose surreali, come quella della Bielorussia che vuole lo sbocco sul mare”.

 

 

“È evidente - prosegue Gomez - che se noi riuscissimo a fare la pace in Ucraina, e qualche spiraglio c’è visto quanto ha detto ieri l’eroe Zelensky che pensa al suo popolo. Ma poi se noi gliela diamo per vinta non è che Putin se la prende con la Moldavia, con gli Stati baltici? Se si risolve la situazione Ucraina tutti gli attori mondiali devono sedersi ad un tavolo per stabilire delle nuove regole. La guerra è andata avanti nonostante gli accordi di Minsk, e noi non abbiamo detto un tubo. Non è un modo per giustificare Putin, che ha torto marcio, ma - conclude il giornalista - per rispettare la verità”.

 

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