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Un gelido calcolatore con un sogno imperiale. Il quadro di Marco Minniti a Tagadà: Vladimir Putin non è pazzo

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Marco Minniti chiede a tutti di deporre le armi e di mettersi intorno ad un tavolo per discutere delle condizioni di pace tra Ucraina e Russia. L’ex ministro dell’Interno del governo Gentiloni è ospite della puntata dell’8 marzo di Tagadà, talk show del primo pomeriggio di La7 condotto da Tiziana Panella, traccia il piano che andrebbe seguito per porre fine al conflitto: “Bisogna spingere sulla via diplomatica, sapendo che ci sono due punti, uno di partenza che è il cessate il fuoco. Oggi a mio avviso l’Europa, gli Usa e la Cina devono impegnarsi al massimo per il cessate il fuoco. È evidente che qualunque discussione, anche quella sulla Crimea, anche quella sul Donbass, diventano più facili se c’è il cessate il fuoco. Non c’è nessun popolo che può scegliere con la pistola puntata alla testa. Diventa un’altra cosa, diventa una resa. La cosa più semplice è prima il cessate il fuoco, poi si discute nel merito. E mi pare che Zelesnky stia dando prova di una certa lungimiranza, che sorpresa questo presidente. Non ti aspetti una cosa da un personaggio e viene, ti aspetti da Putin una real politik e non c’è”. 

 

 

“Però - evidenzia l’ex ministro - togliamoci dalla testa che Putin sia un pazzo, non è un pazzo. Quando si è in guerra si è sottoposti ad elementi di grandissimo stresso, ma non è pazzo. È un politico che ha un sogno imperiale della Russia, il cui unico limite è quello che gli impongono gli altri e non quello che Putin - conclude Minniti - si autoimpone. Il sogno imperiale non si può autolimitare, lo dice la parola stessa”.

 

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