Tagadà, “collasso dell'Ucraina”. Germano Dottori svela le strategie di Vladimir Putin: ecco perché non entra nelle città
Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes, è ospite in studio nella puntata del 4 marzo di Tagadà, talk show pomeridiano di La7 condotto da Tiziana Panella, per discutere dell'andamento della guerra in Ucraina: “Non siamo in grado dire a che punto siamo, la guerra si sviluppa tra due contendenti, ognuno dei quali ha libertà di manovra e ha capacità di interdire le azioni dell’avversario. L’idea che mi sono fatto io dall’inizio delle operazioni è che la leadership russa punti ad ottenere il collasso dello stato ucraino, che per il momento non è in discussione ed un obiettivo non perseguibile, o almeno ad avere condizioni sul terreno che ammorbidiscano il presidente Zelensky e in qualche modo lo costringano a venire a patti”.
“Se poi dopo - prosegue Dottori - un qualunque accordo raggiunto tra Putin e Zelensky sia accettato dalla comunità internazionale io non lo posso dire, è ad un livello più alto. Il semplice fatto che si siano cambiati i confini con la forza può essere oggetto di censura da parte della comunità internazionale. È un capitolo a parte”. L’esperto della rivista di geopolitica si sofferma poi sui corridoi umanitari, uno dei risultati dopo i negoziati tra Russia ed Ucraina: “La logica della guerra è paradossale e alle volte quello che sembra oggettivamente un bene può nascondere un problema”. La Panella concorda: “Non ho trovato molto bella questa notizia, quando ho sentito la news non ho festeggiato, ho pensato che mandando via i civili possono bombardare le città”. Dottori quindi va avanti: “La conclusione è esattamente quella, liberare le città dai civili significa che il combattimento urbano diventa più accettabile e vendibile alle opinioni pubbliche. A quel punto lì l’ingresso dei russi nelle città diventa più probabile. Ingresso che fino ad ora hanno voluto evitare per ridurre le perdite proprie e anche dell’avversario. Perché - conclude l’esperto - come sta emergendo sempre più chiaramente non è che l’opinione pubblica russa è contenta che vengano inflitte tante sofferenze agli ucraini”.