Una grande potenza mondiale. I servizi segreti italiani svelano i piani della Russia e le crepe con la Cina
La Russia punta a «riaffermare la propria primazia» sui Paesi dell’ex Urss ed essere riconosciuta «fra le grandi potenze mondiali». A metterlo nero su bianco è il rapporto del Dis sulla sicurezza del 2021, pubblicato al quinto giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Un’invasione che costerà alla Russia anche pesanti conseguenze economiche per via delle sanzioni. Sanzioni condannate fermamente dalla Cina. Motivo per cui si teme un ulteriore avvicinamento di Putin a Xi Jinping. Tuttavia i nostri 007 abbassano i toni: «Nonostante il crescente allineamento strategico mostrato in tali ampie sfere di collaborazione, le relazioni tra Mosca e Pechino non hanno raggiunto il livello di una vera alleanza», riportano nella relazione. «Nessuna delle due, infatti, ha mai mostrato interesse a intervenire militarmente a fianco dell’altra». E precisano: «Finora la Cina non ha mai riconosciuto l’annessione russa della Crimea e la Russia non si pronuncia sulle rivendicazioni territoriali cinesi nel Mar Cinese Meridionale».
Da capire, ora, se per colpire Putin, l’Europa smetterà di comprare gas dalla Russia. Un gesto forte che, però, avrebbe inevitabilmente forti ripercussioni sui Paesi dell’Ue in termini economici. Tuttavia, secondo i nostri 007, l’Italia è comunque in grado di compensare un eventuale stop del gasdotto da parte di Putin: sebbene il nostro Paese abbia una «strutturale ed elevata dipendenza dalle importazioni di gas, superiore al 95%» e questo rappresenti «un elemento di criticità per la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale», abbiamo comunque «un’ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione».
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Intanto proseguono gli appelli affinché si depongano le armi e si prediliga la diplomazia. Anche la Santa Sede interviene nuovamente, confidando in una mediazione. «Bisogna evitare ogni escalation, fermare la guerra e trattare», dichiara il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano. «Anche l’eventuale ritorno a una nuova guerra fredda con due blocchi contrapposti è uno scenario inquietante. Va al contrario di quella cultura della fraternità che Francesco propone come unico cammino per costruire un mondo giusto, solidale e pacifico», aggiunge. E proprio contro il Santo Padre, riporta il Dis, permangono minacce «soprattutto a opera di media house e forum d’area pro-Daesh» che ribadiscono, tra l’altro, «la promessa di conquistare Roma».