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Sono illegali, Cina contro la sanzioni alla Russia

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La Cina respinge le sanzioni «unilaterali» alla Russia e ribadisce la propria contrarietà al ricorso alle sanzioni, dopo che i Paesi occidentali hanno deciso di bloccare alcune banche russe dal sistema Swift. «Non risolvono i problemi», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, aggiungendo che la Cina «si è sempre opposta alle sanzioni unilaterali che sono al di sopra del diritto internazionale».

 

 

 

 

Ma come cambieranno realmente le relazioni tra Russia e Cina nei prossimi mesi? «Le perdite economiche per la Russia saranno sostanziali - lo sostiene in un’intervista a Libero Federico Rampini, editorialista da New York del Corriere della Sera e autore del libro "Fermare Pechino" - ma Putin si prepara da anni a questo conflitto e ha fatto tutto quello che poteva per costruire un’economia più autarchica, meno esposta alle sanzioni, più rivolta a Oriente. Mentre modernizzava le sue forze armate, ha ridotto il debito pubblico e il debito estero, proprio per poter resistere a un assedio finanziario. La Cina ha bisogni energetici enormi, per cui potrà assorbire tutto il gas che eventualmente l’Europa smetterà di comprare, e ha già deciso la costruzione di nuove infrastrutture per trasportare più gas russo a Oriente. Sta però investendo molto anche nel nucleare, che considera a tutti gli effetti una fonte rinnovabile, nel solare, nell’eolico, nell’auto elettrica. Questo significa che come cliente di energie fossili dalla Russia avrà un appetito decrescente nel tempo, via via che Xi realizzerà i suoi piani di decarbonizzazione».

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