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Gli Usa spostano l'ambasciata da Kiev a Leopoli. Schizza il prezzo del petrolio

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Gli Stati Uniti chiudono l’ambasciata a Kiev e «trasferiscono provvisoriamente» a Leopoli i diplomatici rimasti dopo l’avviso al rimpatrio di tutto il personale non essenziale denunciando, come ha fatto il segretario di Stato, Antony Bliken, «l’accelerazione drammatica del rafforzamento delle forze russe». «Ho ordinato queste misure per una ragione, per la sicurezza del nostro staff. Sollecitiamo con forza i cittadini americani che ancora rimangono in Ucraina a lasciare il Paese immediatamente», ha aggiunto Blinken ribadendo che «la strada per la diplomazia rimanere aperta se la Russia sceglie di impegnarsi in buona fede».

Dopo l’annuncio della decisione degli Stati Uniti di spostare la propria ambasciata il petrolio schizza alle stelle. Il Wti sale del 2,60% a 95,52 dollari a barile, mentre il Brent avanza del 2,29% a 96,60 dollari. Entrambi i contratti si collocano sui massimi da settembre 2014.

Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proclamato il 16 febbraio, data che l’intelligence americana ritiene plausibile per un attacco russo, "giorno dell’unità nazionale". Sul sito della presidenza, Zelensky ha invitato a esporre la bandiera ucraina sugli edifici statati e altre strutture e a far risuonare l’inno nazionale alle 10 ora locale.

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