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Russia, Vladimir Putin alla guerra del vaccino. Messaggio all'Oms: "Inspiegabile ostracismo, liberate Sputnik"

Francesco Storace
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Vladimir Putin non intende stare a guardare nella lotta globale alla pandemia e vuole che cessi l'ostracismo contro il vaccino russo Sputnik. Di più: chiede che se ne occupi l'Oms e affida il messaggio al presidente della Croce ROssa internazionale, l'italiano Francesco Rocca. E promette cooperazione. È lo scenario che si apre dopo i colloqui delle ultime ore in call da Mosca. Nella capitale russa c'era proprio Rocca, il presidente era invece a Sochi, dalla dacia da cui si è collegato anche col suo omologo americano, Biden, con il quale invece di vaccini e pandemia non avrebbe parlato. Di ritorno dalla missione, Rocca ricava che Putin voglia far capire all'Occidente che il vaccino russo conviene a tutti. E se si vuole contrastare la pandemia con la cooperazione a livello globale, l'Oms deve pretendere la fine del contrasto al siero di Mosca. La federazione russa non vuole certo aprire un fronte di belligeranza, ma stando a quanto viene a sapere il presidente della Croce Rossa, il tema è anche rappresentato da soli 50 Paesi in cui lo Sputnik ha accesso e non si capisce perché. Anche Putin si è vaccinato come decine di milioni di cittadini del suo grande Paese e possono farlo in tutto il mondo, dice con particolare orgoglio. La sostanza è la richiesta di un trattamento equo, perché non si spiegano altrimenti i ritardi dell'organizzazione mondiale della sanità.

 

 

A Rocca Putin non lo dice, nei 45 minuti di colloquio, ma chissà se pensa a grinfie degli States dietro quelle che appaiono perdite di tempo. E alla Croce Rossa internazionale il presidente russo affida un mandato di rappresentanza delle sue istanze. «Noi comunque saremo disponibili a farci parte attiva per l'equità della distribuzione dei vaccini», assicura nella sostanza del colloquio. «Questo è il cuore del problema - dice Rocca - perché il Covax (ovvero la distribuzione dei sieri nei paesi più poveri) non basta più. Anche qui troppi ritardi». Ma che farà Putin sulla pandemia rispetto alle richieste della Croce Rossa dopo Covax? «Si è impegnato a lavorare per l'equità nella distribuzione del vaccino. Covax doveva vaccinare tutti i sanitari delle aree più povere, ma non è stato neppure finanziato». Insomma, c'è bisogno di un cambio di strategia a livello globale. E Putin ha scelto la giornata mondiale del volontariato per interloquire con la Croce Rossa, il che rappresenta anche una novità nelle politiche negoziali della federazione russa. Colloqui su temi umanitari che solitamente erano affidati a delegati del Presidente, ora vengono gestiti in prima persona. L'occasione dell'incontro è stato il cambio della guardia al vertice della Croce Rossa russa, dove un giovane medico 27enne ha preso il posto della presidente in carica, anziana d'età. Sviluppando un'azione di solidarietà, finalmente anche a livello internazionale e non solo interno.

 

 

È la partita della diplomazia sotterranea che si rivela più utile agli obiettivi perseguiti. Putin ha colto il ruolo delle Croci Rosse nazionali, essenziali per la vita all'interno dei paesi dove operano. Le popolazioni locali non vedono i volontari come truppe straniere di occupazione. «L'esempio viene dall'Afghanistan - racconta Rocca - i contatti ci sono anche con i talebani grazie al riconoscimento della nostra indipendenza e della neutralità della nostra missione». Adesso, il tavolo decisivo torna a Ginevra, dove la stessa Croce Rossa e l'Oms hanno sede. E la discussione servirà a comprendere finalmente che il contrasto alla pandemia che ha decimato il mondo ha necessità dell'impegno solidale (e finanziario e scientifico) ha bisogno di tutti i Grandi della terra.

 

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