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Eitan non torna ancora in Italia, sospesa la sentenza. Accolto il ricorso del nonno

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Si dovrà aspettare ancora per sapere se Eitan, il bambino di 6 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, potrà tornare in Italia. La Suprema Corte di Israele ha sospeso l’esecutività della sentenza emessa dal Tribunale distrettuale di Tel Aviv che aveva stabilito che il bimbo dovesse far ritorno a Pavia, con la zia paterna e tutrice Aya Biran, entro 15 giorni dal verdetto e aveva dato tempo 7 giorni al nonno materno Schmuel Peleg per presentare ricorso. Ricorso che è stato depositato oggi dai legali israeliani del 58enne, ex colonnello dell’esercito ormai in pensione. "Abbiamo fiducia che la Corte - hanno fatto sapere i difensori israeliani di Peleg - affronti questo caso senza precedenti e che disponga che Eitan resti in Israele, così come volevano i suoi genitori".

 

 

Secondo fonti legali, la Corte Suprema ha dato tempo fino al 21 novembre agli avvocati del famiglia Biran per depositare una memoria e fino al 23 novembre agli avvocati del nonno Schmuel Peleg, per eventuali repliche. Poi, una volta ricevuti e analizzate questi atti, la Corte deciderà come proseguire. Si allungano, perciò, i tempi della procedura innescata dopo che l’11 settembre il bambino è stato portato dal nonno a Tel Aviv con un volo privato, decollato da Lugano. Blitz per il quale Schmuel Peleg è stato accusa di rapimento.
Nei suoi confronti il gip di Pavia Pasquale Villano ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare, che ha dato vita al mandato di arresto internazionale a suo carico, che tutt’ora non è stato eseguito. La misura riguarda anche Gabriel Alon Abutbul, paramilitare alle dipendenze della società BlackWater, che ha aiutato Schmuel Peleg ad organizzare l’operazione. Per il gip i due, con l’aiuto della nonna materna Ether Cohen, avrebbero pianificato con cura e messo in atto "il rapimento di Eitan con un’azione fulminea e irresistibile".

 


Sul fronte opposto sono schierati i difensori italiani del nonno. Gli avvocati Paolo Sevesi e Sara Carsaniga questa mattina davanti al Tribunale del Riesame di Milano hanno chiarito perché, a loro avviso, non si è trattato di rapimento. Eitan, per i legali, non si sarebbe opposto a fare quel viaggio in aereo, pur inaspettato, con il nonno. Non si può parlare perciò di "compressione delle sue libertà personali", perché il bambino non sarebbe partito contro la sua volontà. La decisione del Riesame, con ogni probabilità arriverà già lunedì prossimo.

 

 

 

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