Bielorussia, la situazione precipita e la Polonia respinge i migranti: "Li ha mandati Putin"
Cresce la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia dove, secondo i dati dell'Ue, sono presenti circa 2mila migranti, arrivati lunedì e rimasti bloccati nell'area. Varsavia ha respinto i tentativi di ingresso lungo la frontiera, dove le persone in fuga hanno trascorso la notte, cercando di resistere alla temperatura gelida. La Polonia ha avvertito del rischio di un'escalation armata e ha accusato il regime di Minsk di aver generato deliberatamente la crisi per destabilizzare l'Unione europea.
«È la prima volta in 30 anni che possiamo dire che la sicurezza e l'integrità dei nostri confini sono così brutalmente attaccate», ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki, accusando il presidente russo Vladimir Putin di essere dietro alla crisi. Il leader autoritario bielorusso Alexander Lukashenko ha respinto le accuse, ha detto di non voler attaccare Varsavia ma ha avvertito che Minsk non si piegherà. Alcuni migranti hanno denunciato come le autorità bielorusse gli abbiamo sequestrato i telefoni e li abbiano spinti verso la frontiera e ora non possano né tornare indietro né entrare in Polonia, riporta Bbc.
L'Unione europea ha risposto alla crisi in modo compatto. Il Consiglio ha varato una stretta sui visti per i funzionari del regime mentre la Germania si è detta disposta a inviare forze di polizia al confine per sostenere Varsavia. In mattinata il premier Morawiecki e il ministro della Difesa Mariusz Blaszczak, si sono recati al confine dove hanno ringraziato le guardie di frontiera.
Mentre il presidente Andrzej Duda ha parlato con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha definito la situazione «grave». Lukashenko ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin, accusato dal premier Morawiecki di essere dietro alla crisi. Il Cremlino ha definito la situazione «tesa» mentre Lukashenko, in un'intervista rilasciata alla stampa russa, ha affermato di non aver intenzione di attaccare la Polonia o di cercare lo scontro ma ha chiarito che Minsk non si inginocchierà. Il ministero della Difesa bielorusso ha convocato l'addetto militare dell'ambasciata polacca a Minsk, il colonnello Jaroslaw Kembrowski, per dirgli che le accuse di Varsavia secondo cui il personale militare bielorusso sarebbe complice della crisi migratoria sono «infondate e ingiustificate».
Secondo recenti rapporti dell'Ue alcuni migranti sono volati in Bielorussia tramite voli commerciali e charter dalla Siria, dalla Turchia, dagli Emirati Arabi Uniti e persino dalla Russia. Per questo la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson ha affermato che Bruxelles deve lavorare insieme ai Paesi terzi per bloccare i voli a Minsk.