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Cop26, Barack Obama accolto come una rockstar. Ma una «gretina» lo fulmina: accordi non rispettati

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A Glasgow l’ex presidente degli Usa Barack Obama viene accolto come una star, ma basta una «gretina» per rovinargli la giornata. Vanessa Nakate, 24enne attivista ugandese contro il cambiamento climatico, infatti, ricorda all’ex capo di Stato americano che «quando avevo 13 anni aveva promesso 100 miliardi di dollari per il clima. Gli Usa hanno infranto quella promessa, che costerà vite in Africa. Il Paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai finanziamenti salva-vita. Lei vuole incontrare i giovani della Cop26. Noi vogliamo azione». Alla Cop26 di Glasgow è comunque il giorno di Barack Obama. «Quando si tratta di clima, il tempo stringe davvero» e «non abbiamo fatto abbastanza per affrontare questa crisi, dobbiamo fare di più», dice l’ex presidente Usa. Lui, che guidava gli Stati Uniti quando nel 2015 furono raggiunti gli accordi di Parigi, lo definisce un successo per allora ma riconosce che adesso «non siamo neanche vicini a dove dovremmo essere».

 

 

I Paesi ricchi hanno a suo parere il dovere di aiutare: «Tutti noi abbiamo un ruolo da giocare, tutti noi abbiamo lavoro da fare, tutti noi dobbiamo fare sacrifici, ma chi di noi vive in Paesi grandi e ricchi, chi contribuisce a far precipitare il problema, ha un onere aggiuntivo, che è quello di garantire che collaboriamo e che aiutiamo e assistiamo coloro che sono meno responsabili e meno in grado ma più vulnerabili a questa crisi imminente». «Nonostante i progressi dal vertice di Parigi, molti Paesi non sono riusciti a mantenere promesse fatte sei anni fa», promesse che fra l’altro «eravamo consapevoli dovessero essere un inizio». È tagliente Obama e si scaglia contro il suo successore Donald Trump, che accusa di «quattro anni di ostilità attiva alla scienza climatica», perché è con lui che si sono fermati i progressi degli Stati Uniti sul clima, quando ha deciso di ritirare unilateralmente il Paese dagli accordi di Parigi. «Non sono stato felice di questo», afferma Obama, garantendo però che «gli Usa sono tornati» e dicendosi fiducioso che una versione dell’ambizioso pacchetto di Joe Biden sul clima verrà approvata dal Congresso nelle prossime settimane e «metterà gli Usa sulla strada giusta». Da Obama critiche a Xi Jinping e a Vladimir Putin: «è stato particolarmente scoraggiante vedere i leader di due dei Paesi più inquinanti al mondo, Cina e Russia, rifiutare di presentarsi» al summit di Glasgow e questo sembra essere sintomo di «mancanza di urgenza», «come un desiderio di mantenere status quo, è una vergogna». Ma gran parte dell’attenzione di Obama è stata rivolta anche ai giovani, che a suo parere forniscono l’energia principale al movimento per il clima: «Due anni fa Greta Thunberg ha ispirato migliaia di giovani» per la lotta al cambiamento climatico, oggi «il mondo è pieno di tante Greta», ha detto l’ex inquilino della Casa Bianca.

 

 

Mentre l’attivista ambientalista è tornata in Svezia dopo avere guidato le proteste di Glasgow, un’altra attivista, l’ugandese Vanessa Nakate, si è rivolta direttamente a Obama criticandolo via Twitter: «Quando avevo 13 anni aveva promesso 100 miliardi di dollari per il clima. Gli Usa hanno infranto quella promessa, che costerà vite in Africa. Il Paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai finanziamenti salva-vita. Lei vuole incontrare i giovani della Cop26. Noi vogliamo azione». Ai giovani, Obama ha chiesto di votare «come se la vostra vita dipendesse da questo, perché è così». E ha apprezzato la loro rabbia e frustrazione, chiedendo però di incanalarle per fare pressione. Da «bambino isolano» cresciuto alle Hawaii, Obama ha detto che «per molti versi le nostre isole sono il campanello d’allarme» della crisi climatica e ha elogiato il ruolo degli Stati insulari: «non avremmo avuto un accordo così ambizioso a Parigi se non fosse stato per la volontà e la capacità dei Paesi insulari», ma «come cinque anni fa non abbiamo fatto abbastanza e le nostre isole sono minacciate più che mai».

 

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