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Mattanza dei delfini alle Faroe, la rabbia esplode sui social

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Orrore e rabbia alle isole Faroe, dove nella tradizionale caccia annua oltre 1.500 delfini sono stati massacrati a riva in un solo giorno, tingendo il mare di rosso e riempiendolo di carcasse. Le terribili immagini postate sui social e diffuse dai media mostrano i cadaveri dei mammiferi sulla battigia di Skalabotnur, nell’isola di Eysturoy, una delle 18 che compongono l’arcipelago a governo autonomo, situato tra Islanda e Norvegia, nell’oceano Atlantico del Nord, che fa parte del Regno di Danimarca. La caccia secolare, tenutasi domenica scorsa, è stata definita da record per l’elevatissimo numero di esemplari sterminati, ma ha suscitato l’ira degli ambientalisti e rinnfocolato il crescente dissenso da parte della popolazione locale, sempre più contraria a questa crudele tradizione, in particolare ai danni dei delfini. Un mea culpa è arrivato anche dallo stesso presidente dell’Associazione balenieri delle isole, Olavur Sjurdarberg, che ha riconosciuto come si sia trattato di «un grande errore».

 

 

 

 

 

 

La pratica nota con il nome di Grind o Grindadrap consiste nel trascinare a riva i mammiferi, solitamente più balene che delfini, per massacrarli con coltelli e distribuire la loro carne alla popolazione. Secondo dati riferiti dalla Bbc, abitualmente in media vengono sgozzate circa 600 balene e 35-40 delfini, ma la battuta di caccia di quest’anno è stata senza precedenti e ha superato il record fissato nel 1940 di 1.200 delfini. Una mattanza ancora più terribile se messa a confronto con la famigerata caccia alle balene a Taiji, in Giappone, conosciuta come ’Covè: alle Faroe in un solo giorno sono stati uccisi più mammiferi che in una intera stagione nella nazione nipponica. La stampa danese ha dato voce alle diffuse proteste della popolazione locale, che ha raccontato «lo shock e il senso di smarrimento causati da un numero così grande» di delfini uccisi. Secondo un sondaggio della tv pubblica Kringvarp Foroya, se il 50% delle persone è contraria alla caccia dei delfini, l’80% è invece favorevole a quella delle balene. Inoltre, il quotidiano danese Ekstra Bladet ha denunciato che difficilmente i locali vogliono e riescono a consumare un quantitativo così grande di carne di delfini, che presumibilmente finirà nella spazzatura o dovrà essere sepolta sottoterra; e ha suggerito l’entrata in vigore di un sistema di quote in ogni distretto dell’arcipelago.

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