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Addio Nicole Gee, la marine che salvava i bimbi. Portata in cielo dalle bombe Isis

Fosca Bincher
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In braccio un bimbo che culla come fosse un fiore. Alle spalle l’aeroporto di Kabul. E nel suo account Instagram sotto la tenera immagine un solo pensiero, semplice e ora struggente: «I love my job», «Amo il mio lavoro». Nicole Gee, da Roseville (California), con i suoi occhioni azzurri con i 23 anni da poco compiuti è volata nel cielo di Kabul. Il suo lavoro che amava tanto era fare il soldato: marine da pochi giorni inviata in Afghanistan per aiutare la grande fuga dai talebani. Era a pochi metri dall’attentatore suicida che si è fatto esplodere in aeroporto, e quel cucciolo in braccio è stato forse uno degli ultimi che è riuscita a mettere in salvo. Anche poco prima di saltare in aria lo aveva fatto insieme ad altri marines ventenni come lei: un fagotto umano da portare dentro l’aeroporto e fare imbarcare su uno degli ultimi aerei diretti in Kuwait con il prezioso carico da salvare, e poi di corsa di nuovo lì all’esterno per afferrarne un altro. Chissà quanti di loro debbono la vita e un futuro a Nicole.

 

 

Lei a Kabul è stata mandata all’ultimo solo di rinforzo per l’operazione rientro. Per questo era arrivata in Kuwait a fine luglio, e il 2 agosto scorso da lì aveva postato sorpresa, orgogliosa e felice, le immagini della cerimonia con cui era stata appena promossa sergente, sull’attenti mentre un ufficiale dei marines leggeva le motivazioni della sua promozione sul campo ricevendo poi i gradi sul bavero della giacca mimetica. Ma pochi giorni prima era in Oman e Arabia Saudita a cavalcare con la sua divisa un cammello. E qualche settimana prima aveva pure avuto la licenza per le vacanze in Europa: Spagna e poi Grecia, forse gli ultimi istanti di spensieratezza e libertà.

 

 

Degli undici marine che hanno perso la vita a Kabul due erano donne. E tutti ragazzini: David Lee Espinoza, ispanico di Rio Bravo (Texas), appena ventenne. E poi Ryan Knauss dal Tennessee, 23 anni; Rylee McCollum dal Wyoming, 20 anni. Hunter Lopez, anche lui californiano: 22 anni. Karem Nikoui, da Norco (California), 20 anni. E l’altra ragazza: Johanny Rosario di Lawrence (Massachusetts), dall’alto dei suoi 25 anni. Umberto Sanchez, dall’Indiana: 22 anni. E Dal Nebraska veniva Daegan William-Tyeler con i suoi 23 anni. E ancora Jared Schmitz, 20 anni, e quel che restava di lui è stato riconosciuto solo da papà Mark. Come Maxton Max Soviak che con i suoi 22 anni veniva dall’Ohio. Il più anziano in grado e in età di tutti loro era un ragazzone tondo dell’Ohio, il sergente maggiore Taylor Hoover, che se ne è andato con i suoi 31 anni. Volti e nomi che segneranno più ancora di altri la storia americana.

 

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