diplomazia frenetica
L’Afghanistan, il grande errore degli Usa. Emma Bonino schianta Biden a In Onda: proposte a babbo morto
Dito puntato contro Joe Biden e gli Stati Uniti d’America, ma anche contro l’immobilismo dell’Unione Europea. Emma Bonino non nasconde la sua delusione per come si sta gestendo la crisi in Afghanistan ed esterna tutto il suo rammarico nell’intervista a In Onda su La7, programma condotto da David Parenzo e Concita De Gregorio: “Mi sembra che oggi siamo in preda ad un attivismo diplomatico frenetico, in cui ognuno a babbo morto fa delle proposte. C’è stato il G7, domani forse la Nato, forse poi i ministri degli Interni, ma a me sembra tutta una grande agitazione, tutti si agitano e nessuno si muove. Tutto quello che i cosiddetti talebani moderati avrebbero promesso nei dialoghi di Doha non si avvera, noi assistiamo ad immagini di grande violenza, di ricerca casa per casa. La mia opinione è che gli americani hanno compiuto un grande errore che avrà grandi conseguenze umanitarie, geopolitiche e strategiche, è tutto da vedere e constatare”.
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Perché Biden ha deciso di accelerare questa uscita da Kabul? Una scelta che la Bonino definisce “incomprensibile”. “Lo è anche a moltissimi americani - prosegue l’ex ministra degli esteri del Governo Letta - e a tanti giornalisti. Pare che sia tutto per ragioni interne, ma tutto ciò provoca un grande disastro. Ci ritroviamo con un’Europa che in tutto questo praticamente non esiste, viene da ripensare sull’autonomia strategica europea, di cui non si vede neanche l’ombra. Oggi poi si è riunito il G7 e non c’è neanche un comunicato finale su ciò che si è discusso. Da alcuni che hanno partecipato sappiamo che si è discusso del rinviare la data del 31 agosto e su questo Biden non si è affatto impegnato. Il disastro umanitario va avanti. Di giorno in giorno la situazione diventa anche molto complicata - prosegue la Bonino - ora si pensa al riconoscimento dei talebani come governo legittimo, successe già nel 1998, ma per fortuna riuscimmo a stoppare tale mossa. Una cosa - conclude - è parlare coi talebani per ragioni pratiche, come la gestione dei voli, una cosa è legittimare quel governo, cosa che, temo, faremo con troppa fretta. Definire i talebani moderati è un prendersi in giro. È un disastro politico. L'Afghanistan si sta muovendo verso un'alleanza asiatica con Russia, Cina e Turchia”.