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Scontro sulla legge ungherese, perché Orban non va allo stadio

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Tutti contro l’Ungheria. La contestata legge che vieta i contenuti che possono "promuovere l’omosessualità", approvata dal Parlamento ungherese, ha scatenato la reazione delle istituzioni europee: i commissari europei Didier Reynders (giustizia) e Thierry Breton (mercato interno) hanno inviato alla ministra per la giustizia ungherese Judit Varga una lettera in cui si ribadisce che, se approvata, la legge nazionale violerebbe le norme europee. Allo stesso tempo, il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato che non avrebbe assistito alla partita degli Europei tra Ungheria e Germania in programma a Monaco di Baviera dopo le polemiche legate al "no" dell’Uefa alla municipalità di Monaco che aveva chiesto di poter illuminare l’Allianz Arena con l’arcobaleno, simbolo della lotta alle discriminazioni sessuali e di genere.

«Se lo stadio di calcio di Monaco o un altro stadio europeo è illuminato con i colori dell’arcobaleno non è una decisione dello Stato», ha spiegato Orban all’agenzia tedesca Dpa, lanciando un appello ai politici tedeschi affinché accettino il divieto della Uefa in merito. La risposta del governo tedesco non si è fatta attendere: «Non consentire che lo stadio di Monaco di Baviera venga illuminato con i colori dell’arcobaleno durante la sfida di Euro 2020 tra Germania e Ungheria dovrebbe essere rispettata».

 

 

 

 

 

Il portavoce del governo Steffen Seibert afferma che «questo non cambia il fatto che la stragrande maggioranza delle persone, in Germania, rifiuta la discriminazione e l’intolleranza». Seibert ha anche fatto riferimento ai commenti della cancelliera Angela Merkel in parlamento sulla nuova legge ungherese al centro della questione, aggiungendo che la nazionale ungherese non ha nulla a che fare con la legge. Seibert dice «dovremmo aspettarci una grande partita e ricevere la nazionale ungherese in un modo amichevole, sportivo ed equo».

La stessa Uefa ha cercato di smorzare i toni, ricordando di «essere orgogliosa di indossare i colori dell’arcobaleno. L’arcobaleno è un simbolo che promuove tutto ciò in cui crediamo - una società più giusta ed egualitaria, tollerante verso tutti, indipendentemente dalla loro provenienza, credo o genere», ha spiegato il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ribadendo che «non vogliamo essere utilizzati per iniziative populiste, questo è l’unico motivo per cui abbiamo preso questa decisione».

Intanto è salito a 17 il numero degli Stati membri dell’Unione europea che, su iniziativa del Belgio, hanno firmato la dichiarazione contro la legge anti-Lgbtiq dell’Ungheria. Ai primi firmatari si sono aggiunti in un secondo momento l’Italia, la Grecia, l’Austria e Cipro. Gli altri firmatari sono: Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Lettonia. «I Paesi - si legge in una nota - hanno espresso la loro profonda preoccupazione in una dichiarazione congiunta sull’adozione da parte del parlamento ungherese di emendamenti che discriminano le persone Lgbtiq e violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini. Gli Stati membri condannano la nuova legislazione come una forma palese di discriminazione e stigmatizzazione delle persone Lgbtiq basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione. La normativa viola inoltre chiaramente la libertà di espressione sancita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue».

A dare manforte è intervenuta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, definendo la legge una "vergogna" e ribadendo che il testo «è chiaramente discriminatorio contro le persone sulla base dell’orientamento sessuale, va contro ogni valore fondamentale dell’Ue, ossia la dignità, l’uguaglianza, i diritti umani fondamentali. Non faremo compromessi su questi principi. Credo fortemente in una Unione europea in cui ognuno è libero di amare chi vuole, che abbracci la diversità, questa è il fondamento dei nostri valori. Userò tutto il potere delle Commissione affinché tutti i diritti dei cittadini europei siano garantiti, indipendentemente da chi si è e dove si viva».

Intanto, una bandiera arcobaleno simbolo dei diritti Lgbtiq sarà issata all’ingresso della sede del Parlamneto europeo a Bruxelles. Lo ha deciso il presidente Davide Sassoli accogliendo una richiesta dell’eurodeputata Terry Reintke. L’invito è rivolto a promuovere una simile azione anche in tutti gli uffici del parlamento negli Stati membri".

"La dichiarazione del presidente della Commissione europea è una vergogna perché si basa su false accuse", ha risposto il governo di Budapest. "Il disegno di legge ungherese di recente adozione tutela i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori". La scorsa settimana il Parlamento ungherese ha approvato la legge che vieta di condividere con i minorenni contenuti che abbiano a che fare con omosessualità e cambio di sesso: il testo, per entrare in vigore deve essere ancora approvato dal presidente Orban.

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