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Elezioni regionali in Francia, test per Emmanuel Macron. E Le Pen punta al colpaccio

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A dieci mesi dalle elezioni presidenziali, i francesi si recano alle urne domenica per le regionali e le dipartimentali, considerate un banco di prova per l'attuale governo del presidente Emmanuel Macron e per la sua gestione della pandemia di Covid-19. Secondo i sondaggi, l'astensionismo sarà molto elevato e potrebbe raggiungere il 54%, in crescita rispetto al 49% delle elezioni del 2015.

Il partito di estrema destra Rassemblement National, guidato da Marine Le Pen, potrebbe riuscire a ottenere il controllo di una regione per la prima volta nella storia. Mentre difficilmente La République en Marche (Lrem) di Macron incasserà un risultato soddisfacente, sia perché è nato solo 5 anni fa, sia perché non è radicato sul territorio come i più tradizionali partiti socialista e repubblicano. Qualora nessuno dei candidati riuscisse ad ottenere la maggioranza assoluta al primo turno, chi otterrà più del 10% dei voti parteciperà al secondo turno, in programma per domenica 27 giugno.

Gli occhi sono puntanti in particolare sulla regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, che comprende Marsiglia, dove l'immigrazione e la disoccupazione sono superiori alla media francese e l'elettorato dell'estrema destra è forte. Thierry Mariani, il candidato di Le Pen, è dato come il favorito e potrebbe vincere, anche se i partiti rivali dovessero unirsi al secondo turno, mettendo in atto la tattica del 'fronte repubblicano'. Il possibile successo di Mariani sarebbe un campanello d'allarme per le prossime presidenziali che, con tutta probabilità, vedranno sfidarsi Macron e Le Pen, come già successo nel 2017. Questa volta però gli equilibri potrebbero essere diversi e la differenza di voti più ridotta.

Un'altra regione chiave delle 13 in cui si voterà, è l'Alta Francia, la regione settentrionale intorno a Calais dove corre l'ex ministro conservatore Xavier Bertrand che punta alla riconferma. Una sua vittoria rafforzerebbe per lui le possibilità di essere il prossimo candidato del Partito Repubblicano alle presidenziali.

Le elezioni arrivano in un clima teso, dopo lo schiaffo dato al presidente Macron mentre era in tour nel dipartimento della Drome, evento che ha portato il premier Jean Castex a parlare di "pericolo per la democrazia". E arrivano nel pieno delle polemiche nate per la dichiarazione del leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon che ha predetto gravi violenze prima delle presidenziali.

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