Covid, la super-spia tradisce la Cina e spiffera tutto agli Usa sul laboratorio di Wuhan
Che qualcosa sulle storie raccontate dalla Cina in merito all’origine del Covid-19 non tornasse lo si era capito già da diversi mesi e sono ormai più che numerose le accuse a Pechino per la gestione del laboratorio di Wuhan. Ma ora la bomba che può scoperchiare è arrivata da indiscrezioni pubblicate dalla testata Spytalk, che il fervore degli Usa e di Joe Biden sul portare avanti le indagini sul Coronavirus e la fuga da Wuhan è basato su una super-spia. Come nel più classico dei film c’è un disertore, ma qui addirittura si parla di uno dei massimi dirigenti dell’apparato cinese.
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Dong Jingwei, vicecapo del controspionaggio, è scappato quattro mesi fa negli Stati Uniti e ha deciso di disertare, raggiungendo il primato di maggiore traditore del regime orientale. Dong, accompagnato dall’intera famiglia, ha trovato rifugio in America e ha iniziato a spifferare tutto ciò che sa sul Covid e su quanto succedeva nei laboratori, nei quali è già stato provato l’uso di uccelli vivi per gli esperimenti. La spia, 57 anni, ricopriva dall'aprile 2018 la carica di viceministro della Sicurezza di Stato, braccio destro del ministro Chen Wenqing. Gli Usa hanno già rifiutato la richiesta della Cina di riconsegnare l’uomo e ha assicurato allo stesso Dong che gli agenti segreti lo proteggeranno. La U.S. Army Medical Research Institute of Infectious Diseases sta verificando tutte le informazioni ricevute dall’alto dirigente cinese, che ha portato Biden a far muovere anche Cia e Nsa sull’indagine.
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