sotto accusa
Carlo d'Inghilterra, "i traumi infantili di Harry?" La reazione del principe, senza parole
Il principe Harry e la moglie Meghan Markle continuano a buttare benzina sul fuoco, ma il principe Carlo li ignora e tira dritto. Dopo le accuse di razzismo verso il neonato Archie e di mancata protezione dalle bugie dei mass media, Harry è tornato a sparlare e sparare sulla Royal Family. Con accento americano, così da risultare più familiare alle orecchie del paese adottivo, ha criticato la genitorialità del padre Carlo sottolineando tuttavia di aver compreso che il padre gli aveva inflitto quelle pene perché così lui era stato educato fin dall’infanzia. In poche parole, gli aveva procurato “dolore e sofferenza genetici” perché la Regina Elisabetta e il principe consorte Filippo li avevano procurati a Carlo e il padre non conosceva altro modo per rapportarsi ai figli. Da qui la decisione di spezzare il ciclo di dolore e migrare a Los Angeles per salvare Archie e la figlia in arrivo tra un paio di mesi.
Dunque, questa volta, Harry ha gettato fango anche sugli adorati nonni. Buckingham Palace ha liquidato l’ennesima confessione come “inutile” anche se cresce l’imbarazzo e il disagio per l’inopportunità di così tante dichiarazioni sui Windsor, mentre il diretto interessato nonché duca di Cornovaglia ha preferito arroccarsi in un regale “no comment”. Durante la visita a un’azienda di Cardiff, infatti, una giornalista della BBC ha chiesto al futuro Re cosa pensasse delle affermazioni di Harry rilasciate nel podcast di un amico conduttore (guarda caso il tema era la salute mentale e a breve usciranno le interviste di Harry e Oprah Winfrey sullo stesso argomento, nda), ma Carlo ha fatto finta di non sentire la domanda e ha continuato il tour della fabbrica come se nulla fosse. Una reazione opposta a quella che ebbe William dopo l’intervista di Harry e Meghan a Oprah Winfrey, il 7 marzo scorso. Il duca di Cambridge, a domanda precisa (“è vero che la famiglia reale è razzista?”) perse il famoso aplomb inglese e sbottò: “Non siamo affatto una famiglia razzista!”.