Gaza, colpito dai missili il grattacielo dell'Ap e di Al Jazeera. Il raid di Israele a Gaza
Israele rade al suolo L'edificio media a Gaza e Hamas lancia razzi su Tel Aviv. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno bombardato e distrutto a Gaza la torre di Al Jalaa, edificio che ospita diversi media tra cui Al Jazeera. I militari israeliani in precedenza avevano contattato gli occupanti avvertendoli che la torre sarebbe stata bombardata entro un'ora.
Oltre ad Al Jazeera, ospitava anche gli uffici dell'agenzia di stampa americana Associated Press; i militari prima di passare all'azione avevavo contattato gli occupanti avvertendoli che l'edificio sarebbe stato bombardato entro un'ora. Hanno anche inviato un missile "tettuccio" che non causa gravi danni come avvertimento.
Secondo il "Times of Israel" subito dopo il raid di israele Abu Obeida, il portavoce dell'ala militare di Hamas, ha minacciato di attaccare Tel Aviv. Così dopo una notte di bombardamenti, sotto un cielo rosso dilaniato dai boati, continua la fuga di migliaia di palestinesi con bambini e oggetti dalle proprie case, a bordo di auto o carretti trainati da asini, per allontanarsi dalla barriera di separazione da cui provenivano gli attacchi di Israele.
Dopo una giornata di continui lanci di razzi dalla Striscia di Gaza contro Israele, e di raid dei jet dello Stato ebraico, verso mezzanotte le Idf avevano annunciato ai giornalisti che "le truppe di terra" stavano attaccando l'enclave sotto blocco. Interpretato come un'invasione, l'annuncio ha spinto Hamas a organizzarsi per resistere, mobilitando i militanti e usando i tunnel. Quando è arrivata la precisazione di Israele sul fatto che non era un'invasione, ma attacchi da terra, la 'trappola' israealiana era atto e i tunnel sotto attacco. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha poi ribadito che "non è ancora finita": "I leader di Hamas pensavano di sfuggirci" ma "possiamo raggiungerli ovunque".
Il conflitto, ormai al quarto giorno, continuato senza una soluzione in vista. La delegazione egiziana, che tenta di mediare dopo che giovedì Israele ha rifiutato di negoziare fino a sabato, ha lanciato un appello alla comunità internazionale: faccia pressione su Tel Aviv per un cessate il fuoco, per poter negoziare con la leadership di Gaza e per evacuare i feriti dall'enclave.
Intanto il bilancio delle vittime sale, mentre notizie preoccupanti arrivano sempre più dalle città israeliane, teatro di allarmanti scontri fra arabi ed ebrei, e dalla Cisgiordania, contagiata anch'essa dalle violenze. I palestinesi della regione hanno dato il via alle più diffuse proteste dal 2017, in almeno nove città. Almeno 10 i palestinesi uccisi negli scontri con i militari israeliani, secondo le autorità palestinesi. E un cittadino libanese, secondo i media del Paese, è morto alcune ore dopo essere stato colpito da spari dei soldati israeliani, esplosi contro una protesta pro-palestinesi al confine, in cui i dimostranti dal Libano avevano violato il confine. Le Idf avevano parlato di "colpi di avvertimento".