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Meghan Markle diventa scrittrice, l'ultimo sfregio della duchessa con il libro di favole

Giada Oricchio
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Meghan Markle come il principe Harry: duchessa a convenienza e a scopo di lucro. L’ambiziosa ex attrice ha annunciato di aver scritto il primo libro per bambini intitolato “The Bench”, la panchina. Sarà pubblicato da Random House Children's Books, avrà un costo di £ 12,99 e uscirà l’8 giugno in contemporanea nel Regno Unito e negli Stati Un. La Duchessa di Sussex, 39 anni, ha detto di essersi ispirata a una poesia che aveva scritto per la festa del papà di Harry un mese dopo la nascita di Archie. Lo scopo è esplorare il legame tra padre e figlio attraverso gli occhi di una madre. Grande attenzione è stata dedicata alle illustrazioni disegnate con l’acquarello dal talento californiano Christian Robinson, 34 anni: ci sono gruppi eterogenei di padri e figli in nome del politically correct e lo sguardo è “inclusivo”.

L’ingegnoso marketing include la possibilità di acquistare con un piccolo sovrapprezzo (£ 3,99) anche l'audiolibro e avere così l’onore di ascoltare il racconto dalla viva voce di Meghan Markle. Nelle immagini pubbliche dell’opera prima della Duchessa di Sussex si vede un soldato dai capelli rossi e dal berretto militare americano che alza al cielo un bimbo piccolo (Harry e Archie) mentre la mamma li osserva dalla finestra di casa piangendo lacrime di gioia (dovrebbe essere un omaggio al marito che ha prestato servizio in Afghanistan con i Blues and Royals). La didascalia recita “Questa è la tua panchina, dove inizia la vita per te e nostro figlio, il nostro bambino, i nostri parenti”.

Ci sono anche vignette di un uomo di colore che riposa insieme al figlioletto su una panchina: “Da qui potrai vedere il tuo bambino crescere”. La Markle, che in passato ha avuto un blog ‘The Tig’, scritto un articolo per la rivista Time ed è stata editing ospite di Vogue nel settembre 2019, non è la prima appartenente alla Royal Family che si cimenta nell’editoria: è stata preceduta dal principe Charles, da Sarah, Duchessa di York e dalla Principessa Michael di Kent. Come sempre quando si tratta della Markle, è mistero fitto su un possibile anticipo e su un’eventuale percentuale sugli incassi. Non si sa neppure se parte dei guadagni sarà devoluta in beneficenza poiché non ce n’è traccia nel comunicato stampa di presentazione del libro (ma diciamo che la Duchessa non è tipo da low profile su questi argomenti).

Nella nota si legge: “Il debutto della Duchessa di Sussex nel mondo dell’editoria cattura in modo toccante il rapporto in evoluzione e in espansione tra padri e figli e ci ricorda i molti modi in cui l'amore può prendere forma ed essere espresso in una famiglia moderna. Evocando un profondo senso di calore, connessione e compassione, The Bench offre ai lettori una finestra su momenti condivisi e duraturi tra un gruppo eterogeneo di padri e figli: momenti di pace e riflessione, fiducia e fede, scoperta, apprendimento e affetto duraturo”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Nell’apologetico comunicato, Meghan viene descritta “madre, moglie, femminista e attivista che attualmente risiede nel suo stato natale, la California, con la famiglia, due cani e un crescente stormo di polli da salvataggio”. Ora, indovinate come la coraggiosa attivista ha firmato il suo debutto letterario? Meghan, Duchessa di Sussex. Non Meghan Markle o Meghan, bensì Meghan la Duchessa che magari uno non la riconosce. Un modo sfacciato per monetizzare il titolo nobiliare tanto disprezzato nella bombastica intervista rilasciata a Oprah Winfrey, alla quale disse: “Sono stata una studentessa, una cameriera, un’attrice e una Duchessa, dei blasoni non mi importa, posso tranquillamente tornare a essere Meghan Markle”.

A quanto pare, no. Ha fatto esattamente come Harry che pochi giorni fa è salito sul palco del “Vax Live” in qualità di Principe e Duca di Sussex. Non per meriti propri, ma per fortuna di nascita. Un'ipocrisia da parte dei due fuggiaschi. Ci aveva visto lungo la Regina Elisabetta quando, dopo la Megxit, impedì loro di usare il marchio “Sussex Royal” al pari di un qualsiasi brand commerciale per tazze e patate.

 

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