Meghan come Lady Diana. Così Harry scatena il panico tra gli esperti
“Non volevo che si ripetesse la storia di mia madre. Chi ha visto The Crown sa cosa intendo”. Così Harry d’Inghilterra è andato all’attacco dei Windsor nel corso dell’esplosiva intervista a Oprah Winfrey, il 7 marzo scorso. Ma gli esperti di affari reali non ci stanno: “Quella era una tragedia, questa una farsa”.
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Effetto tsunami per la confessione di Harry e Meghan a Oprah Winfrey sui loro anni alla corte di Sua Maestà, Elisabetta II. Lo scopo della coppia è stato raggiunto: fondare il loro regno da “royalcelebrities” in America dove sono molto amati al contrario della Gran Bretagna. Si parla di loro non per le loro attività meritorie, ma perché lavano i panni sporchi in pubblico anziché in famiglia. Un proverbio dice: “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”. Non è il caso di Meghan e Harry. Dopo essersi lamentati della pressione e del discredito dei media nei loro confronti, hanno fatto la stessa cosa dando in pasto alla stampa le magagne dei loro congiunti. La Markle, che ha rivelato di aver concretamente pensato al suicidio, ha ammesso che si tratta di una vendetta: “Non so come possano aspettarsi che restiamo in silenzio visto il ruolo attivo che la Ditta (così è chiamata la famiglia reale, nda) ha avuto a spargere tante falsità su di noi, ma prima o poi la verità esce”. Dopo mezz’ora di intervista one-to-one in cui l’ex attrice ha sparato ad alzo zero, Harry (completo grigio perla e calzino corto), l’ha raggiunta e ha spillato quanto e forse più della consorte che lo ha sempre tenuto per mano, ma gli ha levato la parola in almeno quattro occasioni. Il figlio minore di Carlo ha dichiarato: “Quando siamo andati in Canada ci hanno levato le guardie del corpo senza alcun preavviso, non pensavo accadesse, è stato scioccante, terribile. Grazie al Daily Mail tutto il mondo sapeva il nostro indirizzo, per questo ce ne siamo andati. Perché ci hanno tolto la sicurezza? Hanno detto per il cambio di status. Io ho ribattuto se c’erano stati cambiamenti nelle minacce di morte o nei rischi, mi hanno detto di no, quindi non è chiaro perché lo abbiano fatto. Noi avevamo proposto un part-time, ma non lo hanno accettato. Io ero disperato. Dal Canada ho parlato con mio padre e mia nonna e mio padre ha chiesto di mettere nero su bianco le mie intenzioni. Ho deciso di prendere in mano le redini della situazione, è triste, ma dovevo fare qualcosa per la salute mentale mia, di mia moglie e di Archie. Meghan è stata messa a tacere per 3-4 anni. Avevo capito che non sarebbe finita bene”. Meghan lo ha incalzato: “Hanno preso la cosa per il verso sbagliato, hanno detto che li avevamo abbandonati quando invece ne avevamo discusso per due anni. Noi volevamo solo non essere membri senior, ricoprire un ruolo minore che già esiste, non ci siamo inventati niente, abbiamo preso atto che le cose non andavano bene e volevamo fare un passo indietro”.
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In pratica, hanno rivelato di aver scelto un paese del Commonwealth, il Canada, per farsi pagare la costosissima sicurezza dai contribuenti inglesi che però lo hanno ritenuto incompatibile con la rinuncia ai doveri reali. Harry ha spiegato il grande passo: “Non volevo che la storia si ripetesse, mi riferisco a quello che era successo a mia madre, vedere che una cosa si ripete nello stesso identico modo ma in maniera ancora più pericolosa per i fanatici razzisti e le minacce di morte, farebbe chiedere aiuto a chiunque soprattutto se c’è un sistema che potrebbe fermarlo. Ci ripetevano che le cose andavano così e basta. Ce ne siamo andati per mancanza di sostengo e di comprensione da parte della Ditta e della stampa. Non ho tramato alle spalle della Regina la rispetto troppo, questa storia viene fuori dall’Istituzione che sopravvive grazie alle feste che dà per i giornalisti”. Il fratello minore di William ha proseguito insinuando che ci fosse invidia verso Meghan: “All’inizio è stata accolta meglio di quanto mi aspettassi (dunque, erano informati che non sarebbe stato facile, nda), ma tutto è cambiato dopo il nostro primo tour in Australia, nel Pacifico meridionale. È stata anche la prima volta che la famiglia ha visto quanto Meghan fosse straordinaria in questo lavoro. E questo ha riportato alla mente ricordi, le cose sono cambiate. Se c’era invidia? Vorrei che imparassimo dal passato. Se mi riferisco al viaggio di mia madre in Australia come di vede nella quarta stagione di The Crown? Sì, abbiamo visto quella serie, una parte almeno. Proprio come mia madre anche Meghan ha stabilito un contatto meraviglioso con la gente. Lei è una delle migliori risorse per il Commonwealth che la famiglia avrebbe mai potuto desiderare, doveva utilizzarla”. Ed ecco il cuore dell’intervista: Oprah Winfrey ha domandato al principe cosa avrebbe pensato la madre Lady Diana di questa situazione e Harry: “Si arrabbierebbe per come è andata a finire e sarebbe triste” e un attimo dopo si è contraddetto: “Alla fine però penso che volesse che fossimo felici. Credo se lo aspettasse, l’ho sentita vicina in questo periodo, non so come possa essere stato per mia madre affrontare un tale processo da sola tanti anni fa, già è difficile per noi, ma almeno siamo insieme”. Harry si è lagnato per la decisione del padre di tagliargli i fondi e ha riconosciuto che senza l’eredità della madre non sarebbe andato via (alla domanda come trascorre le giornate, ha risposto con un silenzio imbarazzato: “passeggiando nel parco”). I Duchi di Sussex hanno ribadito che se avessero ricevuto supporto sarebbero ancora in Gran Bretagna e che hanno fatto tutto in modo rispettoso però poi Meghan ha sferrato un’altra bordata: “La decisione di rimuovere i nostri patrocini è stata presa prima che sapessero che avremmo rilasciato l’intervista, quindi è falso che sia una conseguenza alle nostre parole”. E se Harry non ha rimpianti: “Abbiamo fatto quello che andava fatto”, l’ex attrice si è levata un altro sassolino dalla scarpa: “Il mio rimpianto è stato credere a loro quando mi dicevano che sarei stata protetta, me ne pento, se lo avessi capito avrei fatto di più”. Conclusione da film americano: “Harry ci ha salvato tutti però bisogna voler essere salvati”. Lo storytelling non ha convinto gli osservatori della Royal Family. Antonio Caprarica, storico corrispondente da Londra per il Tg1, ha detto la sua all’Huffington Post: “Sarà uno sconquasso soprattutto per Meghan e Harry, ne esce fuori un’immagine meschina e vendicativa, un tentativo di imitare l’intervista di Diana del 1995: ma è un’imitazione farsesca. Meghan si è riempita gli occhi di nero esattamente come aveva fatto Diana. Con la differenza che Diana raccontava una pena e una tragedia vere, mentre qui non si capisce che tragedia stiano raccontando. (...) Non si capisce quali siano gli episodi di razzismo e di bullismo che denunciano. E’ fasulla anche la faccenda del titolo reale. Nessuno dei bisnipoti della Regina ha il titolo reale. Questo per una norma di Giorgio V che risale al 1917. Tutti i figli degli altri figli della Regina non portano titoli reali. (…) Se Meghan avesse studiato di più avrebbe scoperto che l’Inghilterra è l’unico Paese al mondo dove vige ancora il maggiorascato: tutto al primogenito e niente agli altri. Il gioco è ricalcare le orme di Lady Diana, ma Meghan lo fa con più freddezza, preparazione e determinazione Vuole diventare la Principessa populista. Ma Diana era una donna complicata, molto incerta, che è arrivata a fare certe scelte alla fine di un processo di maturazione veramente tragico. Qui c’è una donna contemporanea, molto preparata, che sa perfettamente come agitare la retorica populista del vittimismo e dell’ipocrisia, con l’aiuto di un marito la cui autonomia intellettuale è francamente lecito mettere in dubbio. Ha detto che era intrappolato e non sapeva di esserlo. Ha dovuto aspettare che arrivasse il vangelo della moglie per realizzarlo? Se Harry e Meghan non fossero membri della famiglia dei Windsor e non dicessero sui Windsor le peggio cose che si possono immaginare, staremmo qui a parlare di loro? (…). Torneranno a galla alcune faccende. Tipo le accuse di bullismo a Meghan che erano state messe a tacere. Ma che Meghan li trattasse come stracci da piedi è ampiamente noto. E poi c’è la storia degli orecchini. Come fa una Giovanna D’Arco del femminismo ad accettare come dono di nozze degli orecchini dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, nel cui paese alle donne fino a due anni non era nemmeno concesso di guidare. (…). Non ci stanno a fare gli eredi di scorta (…). Harry sostiene che la storia si ripete ma come diceva Marx, la storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. E qui siamo alla farsa”. La scrittrice Lavinia Orefici, in una diretta Instagram, ha sottolineato: “E’ un’intervista molto pesante, scioccante. Hanno usato due registri, da una parte una visione cinematografica e dall’altra hanno scatenato la macchina del fango. Vogliono fare le vittime, ma lei su Google ha imparato tante cose, non solo l’inno. Il paragone con Diana non sta in piedi, lei aveva 19 anni, erano gli anni ’80 ed era sposata con un uomo che non l’amava, Meghan aveva 35 anni quando ha sposato Harry, siamo in un’altra epoca e soprattutto lui è molto innamorato. Senza contare che Lady D si è pentita di quell’intervista per tutta la vita. Meghan ha usato la carta del razzismo danneggiando anche Elisabetta II che dice di amare tanto. Quando attacchi le istituzioni, attacchi la Regina. Al contrario il comunicato di risposta è misurato, gentile e pieno di humour: in 5 righe gli danno una lezione di classe, di sostanza e di forma. Vedremo cosa succederà perché i contratti milionari con Netflix e Spotify pare siano legati ai dati d’ascolto”. Un giornalista di Chi, in collegamento con “Ogni Mattina” su Tv8, ha messo in evidenza le incongruenze: “E’ stata un’intervista irrispettosa e le falsità si possano facilmente smentire. La storia del suicidio sembra una copia passo per passo delle parole di Diana. Ci sono forzature, imprecisioni e omissioni volontarie che incrinano la loro verità e preannunciano il peggio”. La sensazione è che Meghan non avesse compreso che sposare Harry significasse stare sempre un passo dietro a William e Kate e quando lo ha realizzato, è voluta uscire dal cono d’ombra a ogni costo. Per chi ama i riflettori, meglio essere “reucci” hollywoodiani in un’altra patria che secondi a Corte.
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