Avvelenamento Navalny, Biden fa scattare le sanzioni alla Russia
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro sette alti funzionari russi, tra cui il capo dei servizi segreti, in risposta all’avvelenamento e alla detenzione dell’oppositore Aleksei Navalny. Si tratta della prima iniziativa forte contro Mosca da quando Joe Biden si è insediato alla Casa Bianca ed è stata intrapresa in coordinamento con gli alleati nell’Ue, a sottolineare ulteriormente la discontinuità con l’amministrazione di Donald Trump.
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"L’intelligence ritiene con un alto grado di fiducia che responsabili dei Servizi di sicurezza russi (Fsb) abbiano utilizzato un agente nervino conosciuto come Novichock per avvelenare l’oppositore Aleksei Navalny il 20 agosto 2020", hanno spiegato dall’amministrazione Usa spiegando la decisione di varare misure punitive. Le stesse fonti hanno definito le sanzioni come "un segnale chiaro« inviato alla Russia, a cui Washington ha ribadito la richiesta di »rilascio immediato e incondizionato di Navalny". "Qualsiasi uso di armi chimiche è inaccettabile", ha scritto su Twitter il segretario di Stato Usa Antony Blinken, "siamo con i nostri partner dell’Ue e del Regno Unito per contrastare le azioni della Russia".
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Nel mirino del dipartimento del Tesoro, che congela i loro beni negli Usa e impedisce a cittadini americani di fare business con loro, sono finiti: il primo vice capo dell’amministrazione presidenziale, Serghei Kiriyenko; il direttore dell’Fsb, Aleksander Bortnikov; i vice ministri della Difesa, Aleksei Krivoruchko e Pavel Popov; il direttore del Servizio penitenziario federale, Aleksander Kalashnikov; il procuratore generale Igor Krasnov e il capo del dipartimento di politica interna del presidente russo Andrei Yarin. Krasnov e Kalashnikov sono anche nella blacklist delle nuove sanzioni Ue, formalizzate sempre oggi dal Consiglio europeo e che hanno colpito anche Aleksander Bastrykin, capo del Comitato investigativo della Federazione russa e Viktor Zolotov, capo della Guardia nazionale. Washington,inoltre, ha sanzionati anche 14 aziende russe del settore chimico e biologico. Il Cremlino, dal canto suo, ha già sottolineato che le sanzioni contro la Federazione non producono alcun effetto, mentre la diplomazia russa ha avvertito che la mossa di Ue e Usa non rimarrà senza risposta. L’iniziativa non è stata accolta con particolare favore dal braccio destro di Navalny, Leonid Volkov, il quale ha ricordato che il Fondo anti-corruzione creato dall’oppositore aveva presentato a Biden una lista di 35 persone da sanzionare, se si voleva davvero colpire gli interessi dell’élite russa. Tra questi, i nomi di oligarchi come Roman Abramovich e il ministro della Salute, Mikhail Murashko. "Ciò che realmente farebbe leva contro Putin sarebbe sanzionare la ristretta cerchia dei suoi oligarchi", ha dichiarato Volkov che ha comunque definito un "primo passo importante" le sanzioni occidentali.