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Caso Astrazeneca, Boris Johnson attacca Mario Draghi sul blocco vaccini: "A rischio la battaglia contro il Covid"

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Scintille dopo la decisione del Governo guidato da Mario Draghi di bloccare l’esportazione di 250mila dosi del vaccino Astrazeneca destinate all’Australia. Senza citare direttamente il Bel Paese e le sue istituzioni è arrivata però una forte presa di posizione da parte di Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito: “La ripresa dal Covid - ha detto un portavoce riferendo il pensiero di BoJo - dipende dalla cooperazione internazionale, e porre in atto restrizioni mette a rischio la battaglia globale dei vaccini. Abbiamo avuto rassicurazioni da Ursula von der Leyen sulla volontà Ue di non limitare le esportazioni delle case farmaceutiche, limitandosi a controllarne la trasparenza. Ci aspettiamo che questi impegni siano rispettati”. 

 

 

A difendere la scelta di Draghi ci ha pensato tra gli altri Luigi Di Maio, ministro degli Esteri italiano: “Le case farmaceutiche sono in ritardo con le forniture assicurate all'Ue. I ritardi sono inaccettabili.  Il blocco dei vaccini non è un atto ostile verso l’Australia. Finché ci saranno ritardi continueremo a bloccare. C’è un regolamento europeo che prevede il blocco delle esportazioni verso Paesi non vulnerabili in caso di ritardi. Per questo d'accordo con le istituzioni europee abbiamo deciso il blocco”. A supporto anche la Francia e la Germania, che si è espressa per bocca del ministro della Salute Jens Spahn: “Dobbiamo fare pressione affinché le consegne promesse siano mantenute. La nostra principale preoccupazione è avere trasparenza, e questa trasparenza è condivisa con la Commissione”. 

 

 

Dall’Australia sono invece arrivate proteste e una richiesta di chiarimenti: “L'Australia ha sollevato la questione con la Commissione europea attraverso più canali, e in particolare abbiamo chiesto alla Commissione europea di rivedere questa decisione”, le parole rilasciate a Melbourne dal ministro della Salute australiano Greg Hunt. 

 

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