Covid, islamici in rivolta per la decisione dell'Arabia Saudita: nessuno alla Mecca senza vaccino
“Il vaccino Covid-19 è obbligatorio per coloro che desiderano venire per l'hajj. E' davvero una delle condizioni principali ”. Questo comunicato pubblicato lunedì dal quotidiano saudita Okaz, citando una circolare firmata dal ministro della Salute di Riad, sta mettendo in subbuglio molte comunità islamiche d' Africa e Asia. L' haji è infatti il pellegrinaggio annuale alla Mecca e Medina, che quest'anno si terrà fra la sera del 17 e quella del 22 luglio. Il pellegrinaggio annuale è il quinto pilastro dell'Islam, e normalmente muove in quei giorni fra 2 e 3 milioni di musulmani. Nel 2020 proprio per limitare la possibilità di contagio Covid 19 l'Arabia Saudita mise un tetto a 10 mila presenze, di cui solo mille residenti nel paese, e impose distanziamenti facendo mugugnare gran parte dei fedeli di tutto il mondo. Ma si disse che era misura eccezionale, che non sarebbe stata più ripetuta. E infatti quest'anno la Mecca riapre senza limiti di affollamento. Servirà però il passaporto vaccinale, che rischia di essere un limite ancora più pesante: in molti paesi africani il vaccino è un miraggio, e in alcuni come la Tanzania è addirittura vietato dal governo locale.
L'Arabia Saudita è orgogliosa della sua tutela dei luoghi più sacri dell'Islam alla Mecca e Medina e della sua regolare organizzazione dell'annuale hajj. Nel 2020, il regno ha ridotto drasticamente il numero di pellegrini autorizzati a partecipare all'hajj a circa 1.000 cittadini sauditi e residenti nel regno al fine di prevenire la diffusione del virus mortale. Migliaia di musulmani dall'estero non hanno potuto assistere al rito per la prima volta nei tempi moderni.